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Amedeo Matacena resta a Dubai, negata l'estradizione per l'ex deputato

Gli Emirati Arabi rispondono con esito negativo alla richiesta della Dda di Reggio Calabria nellʼambito dellʼinchiesta sugli appoggi beneficiati dallʼex parlamentare di Forza Italia per sottrarsi allʼarresto. Matacena è stato condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa ed è latitante dal 2013

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Niente estradizione per Amedeo Matacena. Gli Emirati arabi hanno rigettato la richiesta presentata dalla Dda di Reggio Calabria perché l'ex deputato di Forza Italia fosse estradato in Italia. Matacena risulta condannato per concorso esterno in associazione mafiosa ed è attualmente latitante a Dubai. A dare la notizia è stato uno dei difensori dell'ex parlamentare, l'avvocato Enzo Caccavari.

La richiesta di estradizione per Matacena era stata fatta dalla Dda di Reggio Calabria nell'ambito dell'inchiesta sugli appoggi di cui l'ex parlamentare avrebbe beneficiato per sottrarsi all'arresto dopo la condanna definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa. Appoggi che sarebbero stati messi in atto, tra gli altri, dall'ex ministro dell'Interno, Claudio Scajola, e dalla moglie di Matacena, Chiara Rizzo, arrestati anche loro ed attualmente entrambi ai domiciliari.

"Negli Emirati rispettano i diritti" -
"La decisione di rigettare la richiesta di estradizione dimostra, come ho sempre pensato, che negli Emirati arabi vengono rispettati i diritti del cittadino", ha poi affermato Caccavari riportando le parole del suo assistito. "La richiesta di estradizione per Matacena è stata ritenuta totalmente illegittima dall'autorità giudiziaria degli Emirati arabi perché in quel Paese non esiste il reato di concorso esterno in associazione mafiosa".


"Il rigetto della richiesta di estradizione - ha aggiunto il legale - la riprova del fatto che fossero totalmente inconsistenti le ragioni ventilate dall'accusa circa la volontà di trasferimento in Libano". L'affermazione di Matacena è da mettere in relazione alla tesi sostenuta dalla Dda di Reggio Calabria secondo cui l'ex ministro Scajola e la moglie dell'ex deputato FI si sarebbero attivati per fare trasferire lo stesso Matacena dagli Emirati Arabi al Libano, Paese in cui, secondo la Dda, l'estradizione in Italia sarebbe stata più difficile.

"Voglio tornare e avere giustizia in Italia" - "Io sono una persona che sta cercando giustizia e la vuole ottenere in Italia, dove voglio tornare una volta che nel mio Paese sara' riconosciuta la mia innocenza, che è nei fatti". Lo dice Amedeo Matacena contattato telefonicamente dall'Ansa a Dubai. "Spero che la giustizia italiana - aggiunge - dimostri di essere tale".

"Adesso non sono più un latitante ma un rifugiato" - "Con la decisione di rigettare la richiesta di estradizione, io non sono più un latitante, ma un rifugiato negli Emirati arabi Uniti", prosegue. "Sono molto grato - ribadisce - all'autorità giudiziaria degli Emirati per questa decisione le cui motivazioni si conosceranno a breve. E' bene rilevare che è stata presa senza neanche attendere il dispositivo della sentenza con cui la Cassazione il 20 giugno mi ha ridotto la condanna da cinque a tre anni".

"Dare libertà a mia moglie, non può reiterare" -
"Spero adesso che la giustizia italiana prenda atto che, essendo stato riconosciuto il mio ruolo di rifugiato, non esiste più la possibilità per la madre dei miei figli di reiterare il reato e le revochi, quindi, gli arresti domiciliari", conclude.