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Alluvione in Emilia, due morti e centinaia di sfollati | Consiglio dei ministri dichiara lo stato d'emergenza

Dal Bolognese al Ravennate 48 ore di inferno: fiumi e torrenti esondati, con frane e crolli. In 5 mila a rischio evacuazione. L'allerta per criticità idraulica e idrogeologica passa da rossa ad arancione

Nubifragi ed esondazioni, interi centri abitati ormai sommersi dall'acqua dei fiumi in Emilia-Romagna, dove la pioggia è caduta da martedì e per tutta la notte, in particolare nelle province di Ravenna e Bologna.

Il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio: "In 36 ore caduti più di 140 millimetri d'acqua, ora il rischio sono le frane". Nella Regione passa da rossa ad arancione l'allerta per criticità idraulica e idrogeologica, in particolare in pianura e collina nel Bolognese e in Romagna. Il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato d'emergenza.

 

Si temono nuove frane

 La situazione resta comunque particolarmente critica. Sono state le piene dei fiumi Lamone e Montone a mettere in ginocchio Faenza, Bagnacavallo, Conselice, Castel Bolognese e sono oltre 500 le persone che hanno dovuto lasciare la propria casa. Non è bastata l'allerta della protezione civile che ha diramato un avviso mirato proprio nelle zone più colpite. Treni fermi per ore, scuole chiuse e strade distrutte. I mesi di siccità, la quantità di pioggia senza precedenti hanno gonfiato a dismisura i fiumi, provocando frane e smottamenti. Fenomeni che potrebbero tornare a verificarsi, avverte il capo della protezione civile Fabrizio Curcio: "Il meteo è in miglioramento ma i quantitativi d'acqua caduti sono ancora presenti sul territorio e vanno monitorati con attenzione, dovremmo attendere grandi e piccole frane". Si prevede comunque il progressivo rientro al di sotto delle soglie 2 dei livelli dell'acqua lungo tutti i tratti arginati di fiumi e torrenti del settore centro-orientali della Regione interessati dalle  piene.

 

Bonaccini: mai tanta pioggia

 "Mai caduta così tanta pioggia in 48 ore" dice il presidente della Regione, Stefano Bonaccini. Nel frattempo è arrivata la telefonata del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso la sua solidarietà e vicinanza. 

 

Le vittime

 A Castel Bolognese è morto Remo Bianconcini, 80 anni, che si trovava in bicicletta lungo gli argini del Senio, in una zona interdetta. Travolto dalla piena è, probabilmente, morto annegato. A Fontanelice, invece, sulla collina imolese, una frana ha travolto la casa di Enrico Rivola, 78 anni, il cui corpo è stato ritrovato sotto le macerie. Inizialmente si pensava che potesse esserci un'altra persona con lui, individuata però in un'altra abitazione poco dopo il ritrovamento del corpo dell'anziano.

 

 

 

Consiglio dei ministri dichiara lo stato d'emergenza per i nubifragi

  Il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza per l'EmiliaRomagna. "Il governo sta operando con la massima prontezza - ha sottolineato Musumeci - d'intesa con la Regione, per fronteggiare una grave situazione di pericolo per l’incolumità delle persone e l'evacuazione di numerose famiglie a causa di esondazione di corsi d'acqua, allagamenti, movimenti franosi e danneggiamenti alle infrastrutture viarie, a edifici pubblici e privati, alle opere di difesa idraulica e alla rete dei servizi essenziali". Lo stato d'emergenza ha una durata di 12 mesi e prevede 10 milioni per "gli interventi più urgenti, d'intesa con la Regione e in deroga alla legislazione vigente". 

 

Oltre 500 sfollati

 Faenza, nel Ravennate, è stata il cuore dell’emergenza. Una parte vasta della zona del borgo infatti, a pochi passi dal centro storico, è stata travolta dall’acqua del Marzeno, affluente del Lamone che nella notte ha rotto l’argine. Nonostante l'emergenza fosse partita con i proclami di allerta qualche ora prima, nella serata di martedì, nessuno dei residenti avrebbe mai potuto immaginare uno scenario così grave, di cui non si ricordano precedenti. L’acqua è arrivata a coprire le auto e a sfiorare il primo piano delle case. Alcuni residenti sono stati soccorsi da canoe e gommoni. In totale sono oltre 500 gli sfollati, mentre altri 5000 nel territorio colpito sono a rischio evacuazione.

 

A Imola 300 evacuati

 Sono circa 300 le persone evacuate dalla loro case a Imola (Bologna): 30 di loro sono state ospitate in albergo, mentre le altre sono a casa di amici o familiari. Lo ha detto il sindaco marco Panieri al termine di un incontro con i primi cittadini degli altri Comuni colpiti nell'area metropolitana di Bologna. Si prevede che entro cinque giorni tutti possano ritornare a casa. Le scuole sono state chiuse per precauzioni e "per limitare gli spostamenti" e riapriranno venerdì. 

 

Conselice l'accoglienza è stata organizzata nel Palazzetto dello Sport: "Ricordo che chiunque può portarsi al Palazzetto dello sport ed è bene che porti con sé una coperta", avvisa la sindaca Paola Pula. Nel Ravennate le due situazioni più critiche sono quelle del Lamone e del Montone nelle frazioni di San Pancrazio e Ragone, San Marco, Santerno, Ammonite, Mezzano, Glorie e Torri. Ponti chiusi anche nel Modenese, mentre la Statale della Futa, in Appennino, è stata chiusa a Loiano per frana. Chiuse anche diverse provinciali nel Bolognese. Sempre per una frana che ha provocato la rottura della tubazione principale, l'erogazione del gas è stata interrotta in tutta Predappio Alta. (Forlì-Cesena). Anche le scuole di ogni ordine e grado restano chiuse.

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