Gli attivisti chiedono il riconoscimento culturale del loro archivio
di Elena TambiniDa quando hanno lasciato la storica sede milanese di via Watteau, lo scorso 21 agosto, gli attivisti del Leoncavallo non s'arrendono e, dopo mesi di confronti pubblici e proteste, ora puntano sul riconoscimento culturale del loro archivio da parte della Soprintendenza. "Il Leoncavallo deve restare in via Watteau", ribadisce ancora una volta Marina Boer, presidente dell'Associazione mamme antifasciste del Leoncavallo. Ma tra mille proteste, c'è una novità: la Soprintendenza sta valutando il riconoscimento ufficiale dell'archivio storico del centro sociale, per il quale serviranno due nuovi spazi. Uno per l'archivio vero e proprio, l'altro per la segreteria delle "mamme antifasciste".