"L'Amministrazione ci ha risposto che il progetto di vita era condivisibile ma non attuabile per carenza di fondi, questa cosa è inconcepibile", denuncia la famiglia
di Emanuela Vernetti"Da oltre tre anni mio figlio è in attesa dei supporti necessari affinché possa vivere una vita dignitosa". Non vuole mostrarsi, questa madre, per tutelare suo figlio, un adolescente con disabilità cognitive gravi per il quale aveva richiesto al comune di Colleferro, dove vive a pochi chilometri da Roma, l'attivazione del progetto di vita. Un piano cioè previsto dalla legge che dovrebbe garantire percorsi personalizzati di inclusione sociale. Nel suo caso, basterebbe un logopedista, un supporto psicomotorio e lavorativo per non escluderlo dalla comunità. "Il Comune ci ha risposto che il progetto di vita era condivisibile ma non attuabile per carenza di fondi, questa cosa è inconcepibile", denuncia. La famiglia non ci sta e a giugno fa ricorso Tar che le dà ragione.