Messina Denaro, cʼè un secondo covo
Il secondo covo del padrino scoperto poche ore fa, lʼiscrizione tra gli indagati di un altro medico presunto fiancheggiatore, il primario di oncologia a trapani, Filippo Zerilli, le rivelazioni di Andrea Bonafede, dietro la cui identità il boss malato si faceva curare in incognito, tracciano un quadro più dettagliato sulla latitanza del superboss.
Ma la caccia ai documenti che rivelerebbero i piani della mafia e gli intrecci con la politica è appena iniziata. Nell'appartamento di via San Vito a Campobello di Mazara, sono state trovate soltanto carte personali, tra cui un diario e una rubrica telefonica zappa di nomi. L'obiettivo principale degli inquirenti rimane il cosiddetto "archivio Riina", il "capo dei capi" di cui Matteo Messina Denaro era fedelissimo ed erede indiscusso. Documenti utili a chiarire il periodo delle stragi e degli eccidi di mafia.
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