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Sacchetti bio a pagamento, nessuna imposizione Ue: la scelta fu del governo

Polemiche su un tweet del Pd che attribuisce la responsabilità del provvedimento a una direttiva di Bruxelles e parla di rischio infrazioni. Il ministro Galletti: "Si tratta di un atto di civiltà ecologica"

Nessuna tregua nella "guerra dei sacchetti della spesa".

A scatenare nuove polemiche è un tweet del Pd che motiva il provvedimento parlando di "una misura prevista da una direttiva Ue e del rischio di sanzioni per il nostro Paese". In realtà il testo di Bruxelles non prevede affatto il divieto sulle buste trasparenti per frutta e verdura, ma preme per un giro di vite sulle borse in plastica per la spesa, già vietate in Italia dal 2012, lasciando ai Paesi ampi margini di manovra sul modo in cui intervenire.

E' stato il governo Gentiloni, in un emendamento al decreto legge sul Mezzogiorno, a introdurre la misura, anticipando ciò che in realtà Bruxelles non ha mai imposto. E che, quindi, non potrebbe multare. "Le borse di plastica di cui al comma 1 non possono essere distribuite a titolo gratuito e a tal fine il prezzo di vendita per singola unità deve risultare dallo scontrino o fattura d'acquisto delle merci o dei prodotti trasportati per il loro tramite", si legge nella norma approvata dal governo. Al comma 1 ci sono le buste di plastica biodegradabili che tutti dovremo usare. Chi (i commercianti) non ottempera, rischia salate multe da 2.500 a 25mila euro.

Galletti: "Atto ci civiltà ecologica, Italia all'avanguardia" - "L'entrata in vigore della normativa ambientale sugli shopper ultraleggeri è un atto di civiltà ecologica che pone l'Italia all'avanguardia nel mondo nella protezione del territorio e del mare dall'inquinamento da plastiche e microplastiche", ha spiegato il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti. "Le polemiche sul pagamento di uno o due centesimi a busta - ha aggiunto - sono solo un'occasione di strumentalizzazione elettorale. Appare evidente che si tratta di una operazione-trasparenza voluta dal Parlamento unanime".

Legambiente: "Troppe bufale" - A difesa del provvedimento è intervenuta anche Legambiente, che denuncia "troppe bufale e inesattezze" su misure che "fanno bene all'ambiente e aiutano a contrastare il problema dell'inquinamento da plastica". In particolare, Legambiente punta il dito contro chi urla alla "tassa occulta". "Da sempre i cittadini pagano in modo invisibile gli imballaggi che acquistano con i prodotti alimentari, solo che dal primo gennaio il prezzo è visibile e presente sullo scontrino", spiega l'associazione ambientalista.

"Polemiche incomprensibili" - Quanto all'utilizzo dei sacchetti monouso, Legambiente spiega che "è un problema che si può superare semplicemente con una circolare ministeriale, che permetta in modo chiaro, a chi vende frutta e verdura, di far usare sacchetti riutilizzabili, come ad esempio le retine, pratica già in uso nel nord Europa". Nel definire queste polemiche "incomprensibili", Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente, osserva che "sarebbe utile che ci si preoccupasse dei cambiamenti climatici e dell'inquinamento causato dalle plastiche non gestite correttamente, e che si accettassero soluzioni tecnologiche e produttive che contribuiscono a risolvere questi problemi, senza lasciarsi andare a polemiche da campagna elettorale, di cui non se ne sente il bisogno".