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Morì spinto dagli scogli: per 17enne niente carcere ma volontariato

Il legale: "Sentenza coraggiosa ma prevista dalla legge. Il ragazzo non voleva uccidere ma solo fare uno scherzo"

Morì spinto dagli scogli: per 17enne niente carcere ma volontariato - foto 1
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Il 17enne accusato di omicidio volontario per la morte del 77enne Giuseppe Dibello, spinto il 2 maggio da una scogliera a nord di Monopoli, nel Barese, non andrà in carcere ma dovrà fare volontariato in un centro per anziani, andare a scuola e frequentare corsi di legalità per tre anni.

Il Tribunale per i Minorenni di Bari ha infatti ammesso il ragazzo alla misura alternativa, collocandolo presso una comunità per minori di Caserta.

"La sentenza - commenta il difensore del ragazzo, avvocato Giuseppe Sardano, al Corriere della Sera - è da un lato coraggiosa ma dall'altro è prevista dal nostro ordinamento. I giudici sono andati a lungo alla ricerca di qualche movente recondito che in realtà non c'era; alla fine hanno riconosciuto che si trattò di un atto scriteriato ma senza volontà di uccidere". Secondo il legale, infatti, il minorenne "voleva solo fare uno scherzo, un bagno fuori stagione all'anziano...".

Ora il giovane dovrà rispettare un serrato programma rieducativo (frequentare la scuola, fare attività sportiva, volontariato con la Caritas e prestare servizio agli anziani, sottoporsi a sedute di sostegno psicologico e frequentare corsi di legalità), al termine del quale il reato sarà dichiarato estinto.

Stando alle indagini dei carabinieri, il giovane, che era sulla scogliera in compagnia di un 15enne, avrebbe sorpreso alle spalle i due anziani spingendoli in acqua. Nella caduta Dibello urtò sulle rocce, perse i sensi e morì annegato, mentre il secondo riuscì a salvarsi.

L'amico 15enne del 17enne, difeso dall'avvocato Giuseppe Carbonara, risponde di omissione di soccorso e sarà processato con il rito abbreviato il 29 gennaio.