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Giornalista accoltella il compagno, lui: "Aggredito in un raptus di gelosia"

Il legale romano, Piero Lousso, replica alla spiegazione data dalla De Nardis dopo la lite di Ostuni. "Ha difeso i suoi figli? Tutto falso"

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Eleonora De Nardis avrebbe accoltellato il compagno per difendere i figli? "Tutto falso", replica lui, l'avvocato Piero Lorusso, colpito dalla giornalista Rai al termine di una lite a Ostuni (Brindisi). "Quella spiegazione - dice - è palesemente falsa". E assicura che l'aggressione della donna contro di lui è dovuta alla sua "insana gelosia e possessività".

Il motivo riportato invece dalla De Nardis, spiega, è "diffamatorio, e calunnioso sia per il rapporto idilliaco" tra Lorusso e la propria figlia, sia tra lo stesso e gli altri due bambini della De Nardis. "Da questi ultimi - dice il legale romano, rispondendo al messaggio postato via Twitter dalla conduttrice dopo la lite - vengo chiamato papà pur non essendolo". Dopo quanto accaduto tra i due la De Nardis è intanto stata posta agli arresti domiciliari per lesioni personali gravi, ai danni appunto del compagno.

Nella nota Lorusso spiega che "il motivo scatenante del deprecabile atto di violenza è da ricercarsi in un raptus imputabile all'insana gelosia e possessività della De Nardis" nei suoi confronti "già in precedenza manifestata - spiega - e documentabile mediante referto medico". A seguito dell'aggressione avvenuta in un appartamento nel centro storico di Ostuni nella notte tra il 13 e il 14 agosto, Lorusso spiega di aver riportato "plurime lesioni personali con lesione del muscolo dell'avambraccio sinistro, delle vene, dell'arteria, nonché della coscia e ginocchio destri con applicazione di oltre 50 punti di sutura a seguito di intervento chirurgico di urgenza durato oltre due ore e mezza".

E riguardo al tweet della De Nardis scritto dopo l'arresto ("Ho difeso solo i miei bambini"), Lorusso spiega che la stessa dichiarazione non può essere riferita né a lui né alla vicenda dell'aggressione e di aver "conferito mandato ai propri legali di fiducia di procedere nei confronti di quanti ledano il suo buon nome e reputazione professionale di difensore delle donne vittime di violenza in centinaia di processi".