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Thyssenkrupp, ex manager chiede la grazia | Parenti vittime: nessun perdono

Marco Pucci è in carcere dal maggio 2016, dopo la condanna definitiva. La mamma di un operaio morto: "Ce li hanno ammazzati"

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Uno degli ex manager della Thyssenkrupp, condannato per l'incendio che il 6 dicembre 2007 causò la morte di sette operai, ha chiesto la grazia al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Marco Pucci sta scontando dal maggio 2016 la pena di sei anni e tre mesi di carcere. Nel giugno dello scorso anno aveva ottenuto la possibilità di svolgere un lavoro esterno con obbligo di rientro in cella alle 18.30.

I parenti delle vittime: "Noi non concediamo nessuna grazia" - Immediata la reazione dei parenti delle vittime del rogo di undici anni fa. "Noi non concediamo la grazia a nessuno - dice Graziella Rodinò, madre di Rosario, uno dei sette operai morti -. Ce li hanno ammazzati, non meritano nessun perdono. Semmai lo chiederanno a Dio. Per ora devono stare in galera".

Avviata la procedura della grazia - Pucci ha avviato la procedura che prevede, oltre al parere del ministero di Grazia e giustizia, anche quello dei familiari delle vittime, alcuni dei quali sono già stati sentiti in commissariato a Torino, esprimendo il loro parere negativo e la rabbia perché i manager tedeschi non sono mai andati in carcere malgrado la condanna.

"Scriveremo al presidente della Repubblica per esprimere il nostro no in modo netto - dice Laura Rodinò, sorella di Rosario, morto tra le fiamme quando aveva vent'anni - e scriveremo anche al ministro della Giustizia perché chi prenderà il posto del ministro Orlando dovrà mantenere la promessa di far rispettare la sentenza italiana".

"Io non sono ancora stata chiamata - continua -. La mia posizione è chiara: alla Thyssenkrupp hanno mandato al macello delle persone, non degli animali, e devono pagare per questo. Noi abbiamo sofferto per un processo durato troppi anni e non abbiamo smesso di soffrire. E ora vogliono la grazia? Sarò favorevole alla grazia quando tireranno fuori dalla tomba e mi restituiranno mio fratello e mio padre, distrutto dal dolore".

L'avvocato: "Pucci ha diritto all'oblio e al perdono" - Ma l'avvocato Massimo Proietti, legale dell'ex manager, afferma: "Mario Pucci ha diritto all'oblio, che va di pari passo con il diritto al perdono per una responsabilità oggettiva e non diretta. Siamo sempre stati convinti che le responsabilità di quanto accaduto dovessero essere ricercate altrove. Al di là dell'assoluta gravità del fatto, Pucci non può essere simbolo di una crocifissione o di una gogna. Ha già pagato pesantemente fino ad oggi il suo ruolo di responsabile commerciale dell'area marketing. Ora ha diritto di intraprendere questo percorso nel silenzio e in maniera serena, come la legge gli consente".

La città di Torino: Mattarella dica no alla grazia - Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, "dica no alla richiesta di grazia" avanzata da Marco Pucci, ex manager della Thyssenkrupp condannato per il rogo costato la vita a 7 operai. È la richiesta della Città di Torino che, per voce dell'assessore ai diritti, Marco Giusta, "si affianca all'appello dei familiari e di tante altre voci cittadine contro la concessione della grazia". "Il presidente si impegni a ottenere completa giustizia chiedendo alla magistratura tedesca di concedere l'estradizione dei manager colpevoli", aggiunge Giusta, che esprime la sua "vicinanza alle famiglie delle vittime".