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Terrorismo, soldato dell'Isis indagato a Milano individuato in Iraq

Dalle carte dellʼinchiesta è emerso che Ahmed Taskour, di origine marocchina, è partito nel dicembre del 2014 dalla Lombardia, dove abitava con la famiglia, per combattere nel Califfato

Un uomo, indagato per terrorismo internazionale dalla Procura di Milano, è stato individuato in Iraq dalla polizia mediorientale.

Nei confronti di Ahmed Taskour scatterà l'estradizione. Taskour, che è sospettato di legami con l'Isis, risulta latitante dal dicembre 2014: sarebbe partito come foreign fighter con moglie e figli per combattere nelle file del Califfato. In un video un figlio minaccia l'Occidente. Secondo il gip, a Milano Taskour abitava in una casa popolare.

Nel filmato, che è stato registrato in Iraq nel mese di novembre del 2015, dopo gli attentati di Parigi, si vede il bimbo di 10 anni, assieme al padre marocchino, di 47 anni, minacciare i Paesi occidentali e innaggiare alla jihad. Con tanto di logo e bandiere del sedicente Stato islamico, l'uomo e il figlio, nato nel 2005 in Italia (tutta la famiglia risiedeva a Bresso, nel Milanese), usano una serie di formule, oramai sentite tante volte, come "arriveremo fino alle vostre case".

Taskour risulta latitante per la giustizia italiana. Nei suo confronti il gip di Milano, su richiesta del pm Enrico Pavone, ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare che potrà essere eseguita nel momento in cui il marocchino, per ora soltanto individuato dagli investigatori nel Paese mediorientale, verrà fermato (se si troverà ancora all'estero scatterà, a quel punto, la procedura di estradizione).

Il 47enne, nato a Casablanca, è passato da "una vita apparentemente normale" a essere "un importante elemento della propaganda dello Stato islamico". Prima della partenza per arruolarsi lavorava in una ditta di pulizie. Aveva chiesto una finanziaria e il Tfr al lavoro, usando come scusa lo stato di salute della moglie, e aveva racimolato 30mila euro.

L'ultima traccia di Taskour è quella lasciata nel video, insieme al figlio. Sparite nel nulla invece la moglie e la figlia di 15 anni. Gli investigatori della Digos, coordinati dal pm Enrico Pavone, hanno acquisito "ampia prova documentale" attraverso i tabulati telefonici: l'uomo, partito con la famiglia alla fine del 2014 verso la Turchia (con un volo andata e ritorno per non destare sospetti), è arrivato in Iraq nel gennaio del 2015 e nel novembre dello stesso anno ha girato il video. Fino al momento della partenza il presunto foreign fighter, accusato anche di aver arruolato il figlio nell'Isis, non aveva mai dato segnali visibili all'esterno di radicalizzazione.

Gip: "Taskour abitava in una casa popolare" - Il presunto foreign fighter marocchino risiedeva con i familiari "in un appartamento Aler (Azienda lombarda di edilizia residenziale, ndr) assegnato formalmente" a lui. Lo si legge nell'ordinanza firmata dal gip di Milano Manuela Cannavale su richiesta del pm. Il provvedimento riferisce inoltre che l'uomo, prima di diventare un esponente di livello dell'Isis, aveva svolto "con regolare assunzione" a partire dal 2007 "attività lavorativa presso una ditta individuale operante nel settore delle pulizie, con retribuzione di 1200 euro mensili, e vi aveva regolarmente lavorato sino al dicembre 2014".