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Milano, ex calciatore ucciso: fermata una donna e suo figlio | Volevano sciogliere il corpo secondo il "metodo Brusca"

I due avrebbero sgozzato Andrea La Rosa tentando poi di sciogliere il cadavere nellʼacido. Uno dei fermati ha cercato su internet il metodo usato dal boss siciliano

Milano, ex calciatore ucciso: fermata una donna e suo figlio | Volevano sciogliere il corpo secondo il
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Due persone, Antonietta Biancaniello e il figlio Raffaele Rullo, di Quarto Oggiaro, Milano, sono state sottoposte a fermo perché ritenute responsabili in concorso dell'omicidio e della soppressione del cadavere di Andrea La Rosa, l'ex calciatore di cui era stata denunciata la scomparsa a metà novembre.

I due sono stati bloccati giovedì sulla superstrada Milano-Meda a bordo di un'auto, nel cui bagagliaio è stato trovato il corpo del 35enne.

Hanno tentato di sciogliere il cadavere nell'acido - Il fermo è scattato dopo un lungo interrogatorio proseguito per tutta la notte: i carabinieri già da tempo erano sulle tracce dei due. Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, La Rosa sarebbe stato ucciso, sgozzato, subito dopo la sua sparizione. Poi madre e figlio avrebbero cercato di far sparire il cadavere, sciogliendolo nell'acido. Il primo tentativo si è rivelato maldestro, essendo la quantità di acido che i due si erano procurati insufficiente. Per un mese quindi i resti dell'ex calciatore sono rimasti conservati all'interno di un bidone.

"Sto trasportando gasolio" - "Sto trasportando del gasolio". Così "con naturalezza e freddezza, non tradita da alcuna emozione" la Biancaniello ha risposto ai carabinieri quando i militari hanno fermato la sua auto che nel bagagliaio conteneva il bidone di metallo. I carabinieri hanno sequestrato 24 flaconi da un litro di acido.

La donna è stata fermata mentre si stava recando da sola in macchina con il bidone con dentro il cadavere in un luogo di Seveso nella disponibilità del figlio.

"Non volevano restituire un prestito da 38mila euro" - I carabinieri avevano già sentito Biancaniello e Ruffo subito dopo la denuncia di sparizione: a loro erano arrivati tramite le testimonianze dei giocatori del Brugherio Calcio, la società della quale La Rosa era direttore sportivo. Parlando negli spogliatoi, il 35enne aveva detto di doversi recare proprio a Quarto Oggiaro, nella via in cui risiedono i due fermati, per risolvere una questione di soldi. Inoltre prima che il cellulare di La Rosa venisse spento, il telefono era stato localizzato proprio nell'appartamento. Il giorno della scomparsa, il 14 novembre, infatti, La Rosa avrebbe incontrato Rullo a casa della madre di quest'ultimo per consegnargli 8mila euro (più di 6mila euro sono stati ritrovati dai carabinieri). Dell'incontro La Rosa aveva parlato con la sua fidanzata, che conosceva Rullo da tempo, e con un calciatore del Brugherio. Si è saputo anche che in passato l'ex calciatore aveva già prestato 30mila euro a Rullo, mai restituiti. Quando ha iniziato a insistere per riavere indietro i soldi, forse minacciando anche una denuncia, sarebbe stato ucciso.

"Fermato ha cercato imitare Brusca" - Rullo avrebbe fatto ricerche su internet dal suo ufficio su come il boss mafioso Giovanni Brusca sciolse nell'acido il piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso l'11 novembre del 1996 dopo 25 mesi di prigionia.