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Milano, centinaia al corteo degli anarchici contro le multinazionali | Bastoni in auto, cinque denunciati

Minacce ai giornalisti: "Andate via, fate parte del sistema". Manifestazione conclusa senza problemi

Milano, centinaia al corteo degli anarchici contro le multinazionali | Bastoni in auto, cinque denunciati - foto 1
andrea-montanari

Alcune centinaia di persone si sono radunate a Milano per il corteo degli antagonisti che, dalla Stazione Centrale, raggiungerà via Imbonati.

La manifestazione è stata organizzata per contestare l'Eni e altre multinazionali. Polizia e carabinieri in tenuta antisommossa hanno blindato il corteo. In testa ai manifestanti una portavoce ha affermato: "Diciamo ai giornalisti di stare lontani, non li abbiamo mai potuti sopportare perché sono servi del sistema".

Cinque denunciati per possesso di spranghe e bastoni - Cinque persone sono state denunciate dalla Digos per porto abusivo di oggetti atti a offendere. Erano in possesso di 27 bastoni, 10 spranghe e un coltello i 5 italiani appartenenti alla "area dura" anarchica. I cinque sono stati bloccati all'angolo fra via Lario e viale Stelvio, nella zona della manifestazione. In auto avevano bastoni, spranghe e il coltello, poi sequestrati. Sono stati identificati e quindi denunciati. La manifestazione si è poi svolta senza particolari problemi.

La mobilitazione, a cui hanno partecipato circa 200 persone, si è prima diretta verso il quartiere Isola e per poi raggiungere la via Carlo Imbonati. La polizia locale aveva in precedenza chiuso diverse strade lungo il percorso, come via Pola e via Alserio, e rimosso decine di auto che sono state spostate nelle vie limitrofe per prevenire danni.

Forse per attendere persone che poi non sono arrivate, la manifestazione è cominciata con quasi due ore di ritardo. Il corteo era titolato "Attacchiamo i padroni (prima gli italiani)" ed era organizzato da gruppi radicali della galassia anarchica "per rompere il silenzio sulle responsabilità dell'Eni e del governo italiano sulle pratiche neocolonialiste" in Africa in particolare. I manifestanti contestano, tra l'altro, gli accordi tra governo italiano e milizie locali in Libia sui migranti.