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Architetto aggredito a Milano, il brasiliano fermato dalla polizia: "Mi ricattava"

Il movente sarebbe legato a questioni economiche. In passato il professionista era stato condannato per aver diffamato una coppia di fidanzatini

Architetto aggredito a Milano, il brasiliano fermato dalla polizia:
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E' un architetto italiano di 43 anni, A.P., l'uomo aggredito con della soda caustica giovedì a Milano, nel centralissimo quartiere di Porta Venezia.

In passato era stato condannato per aver diffamato una coppia di fidanzatini. Il movente dell'aggressione sarebbe legato a una questione di soldi, forse un debito che doveva essere saldato. A lanciare l'acido contro l'uomo sarebbero stato un brasiliano, che è stato individuato e fermato dalla polizia.

L'aggressione è avvenuta intorno alle 15.30, l'architetto aveva appena parcheggiato quando è stato colpito con l'acido al volto e al collo. L'uomo è stato soccorso da un passante che gli ha versato acqua sulle ferite e pochi minuti dopo è stato trasportato d'urgenza all'ospedale Niguarda con ustioni al volto e al collo. Le sue condizioni sono definite "serie" ma i medici escludono che possa rischiare la vita.

Oltre una decina d'anni fa, il professionista, che è stato anche un insegnante, venne coinvolto in una complicata vicenda personale che alla fine l'ha portato sotto processo. L'architetto cercò di separare una coppia di ragazzi (17 anni lei e 19 lui), diffondendo una serie di volantini e lettere anonime, che puntavano a diffamare il ragazzo in relazione ai suoi comportamenti sessuali e indicavano la ragazza come spacciatrice di droga. Alle lettere si aggiunsero poi alcuni fotomontaggi che ritraevano l'allora 19enne in amplessi omosessuali. Dopo le denunce partì un'indagine che è arrivata proprio all'insegnante, condannato in primo grado nel 2010 e in secondo grado, nel 2012, a tre anni di carcere. Le accuse: calunnia aggravata, ingiurie e diffamazioni.

Il brasiliano: "Mi ricattava" - L'uomo fermato dalla polizia ha raccontato che avrebbe avuto una "relazione con lui" e di essere stato sottoposto ad un "ricatto per farmi prostituire" perchè "mi minacciava di diffondere" on line delle foto. E' questa la prima versione resa agli investigatori dall'uomo, accusato di lesioni gravissime e che ha ammesso sia di aver comprato la bottiglia di idraulico liquido quella mattina che di aver lanciato la sostanza, in attesa dell'udienza di convalida del fermo. Una versione che dovrà essere verificata da inquirenti e polizia. Intanto, il pm Isidoro Palma ha chiesto al gip la convalida del fermo e la misura cautelare in carcere. L'interrogatorio potrebbe tenersi tra sabato e domenica.