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Orrori Clinica Santa Rita, i pm: ergastolo per Brega Massone

Lʼaccusa è omicidio volontario: mutilava i malati terminali con "indole malvagia".

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I pm di Milano Grazia Pradella e Tiziana Siciliano hanno chiesto la condanna all'ergastolo e a due anni e 6 mesi di isolamento diurno per Pier Paolo Brega Massone, ex primario della clinica Santa Rita; è accusato di omicidio volontario per la morte di quattro pazienti. Richiesta di carcere a vita anche per un altro chirurgo, Fabio Presicci. Per la procura, Brega mutilava i malati terminali con "indole malvagia".

Orrori Clinica Santa Rita, i pm: ergastolo per Brega Massone

"Brega ha dimostrato una indole malvagia e la sua coscienza non è la nostra di comuni cittadini e nemmeno quella di un medico", ha aggiunto uno dei pm.

L'ex primario della clinica Santa Rita di Milano Pier Paolo Brega Massone ha ''ricavato soldi dalle mutilazioni'', senza guardare in faccia nemmeno ai ''malati terminali'' e seguendo ''una raggelante equazione tra pezzi anatomici del paziente, seno o polmoni, e rimborsi'', ha spiegato Grazia Pradella nel corso della sua requisitoria durata circa 7 ore - preceduta nella scorsa udienza dall'intervento della collega Tiziana Siciliano - nella quale ha ricostruito, in particolare, i casi dei quattro pazienti (tre avevano più di 80 anni) che sarebbero stati uccisi da Brega Massone e dalla sua equipe attraverso interventi chirurgici inutili e solo ''finalizzati ad avere i drg'', ossia i rimborsi dal sistema sanitario nazionale per la clinica convenzionata.

A Brega Massone e al suo ex 'braccio destro' Presicci, come ha spiegato il pm, non possono essere concesse le attenuanti generiche perché da loro non è mai arrivata una ''parola di commiserazione'' per quelle circa 150 vittime dei loro interventi nei due processi ne' alcun ''ripensamento''. Anzi Brega Massone nel corso del primo e di questo processo si è sempre ''richiamato alla sua abilità'' e si è sempre detto ''vittima di un complotto o dell'invidia''. Intanto, pero', una donna di 82 anni, Giuseppina Vailati, ha ricordato il pm Pradella, ''è stata presa e messa sul tavolo operatorio'' quando era già grave per una serie di malattie e ''pesava 40 kg''.

Lei, come gli altri tre pazienti, ha aggiunto il pm, ''è morta a causa di quell'intervento ingiustificato fatto al solo fine di incassare''. Queste ''aggressioni chirurgiche'', ha spiegato ancora il pm, ''non sono diverse dai reati comuni''. Secondo il pm, solo a Pansera, uno dei tre chirurghi imputati assieme a Brega e Presicci, possono essere concesse le attenuanti generiche per il suo comportamento processuale e per la sua ''minore esperienza''. Da qui la richiesta per lui di 18 anni di reclusione, a fronte dei due ergastoli chiesti per Brega e Presicci. Chiesti 2 anni, invece, per gli anestesisti Giuseppe Sergio Di Terlizzi e Gianandrea Bona e per l'ex responsabile del reparto di riabilitazione Renato Scarponi. Chiesta, infine, la condanna a un anno e due mesi per l'infermiera Enza La Corte.