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Spese Marino, procura apre inchiesta Il sindaco: "Pagherò tutto di tasca mia"

Eʼ polemica su due cene in particolare, che secondo la comunità SantʼEgidio non sarebbero mai avvenute. Lʼiniziativa è stata presa dalla magistratura dopo gli esposti di FdI e Movimento 5 Stelle

ignazio marino
ansa

Non si placano i venti di bufera intorno alle spese di rappresentanza del sindaco di Roma Ignazio Marino sostenute con la carta di credito del Campidoglio. Dopo che lo staff del primo cittadino le ha messe online con i giustificativi e la procura ha aperto un fascicolo d'inchiesta, la Comunità di Sant'Egidio ha smentito le dichiarazioni rilasciate dal primo cittadino dicendo che nessun suo rappresentante è mai stato a cena con lui. Marino, dal canto suo, ha annunciato che pagherà di tasca sua tutte le spese sostenute con la carta di credito del Comune di Roma.

"In questi due anni - ha dichiarato Marino - ho speso meno di 20mila euro per rappresentanza, e li ho spesi nell'interesse della città". "E' di questo che mi si accusa? Bene, ho deciso di regalarli tutti di tasca mia a Roma e di non avere più una carta di credito del Comune a mio nome", ha aggiunto.

Nell'occhio del ciclone, in particolare, sono finite due cene: una del 27 luglio 2013 da 120 euro alla Taverna degli amici con un rappresentante della World health organization, a poche settimane dall'insediamento a primo cittadino, e un'altra del 26 ottobre 2013 da 150 euro al ristorante romano "Sapore di Mare" "offerta per motivi istituzionali ad alcuni rappresentanti della Comunità di Sant'Egidio". In entrambi i casi, la dichiarazione ufficiale viene smentita: da una parte, a La Repubblica, dal ristoratore che ricorda Marino a cena con la moglie, dall'altra dagli stessi che avrebbero usufruito dell'invito.

"Me lo ricordo benissimo", afferma a La Repubblica il ristoratore della Taverna degli amici, in piazza Margana a Roma. "Era con sua moglie - aggiunge convinto. - La signora era passata nel pomeriggio a prenotare per due. Non ricordo le portate ma ricordo perfettamente il vino che hanno ordinato, una bottiglia di bianco da 55 euro, che non ordina mai nessuno a quel prezzo". Quella cena era costata al Campidoglio 120 euro e ufficialmente aveva visto a tavola con il sindaco, quel 27 luglio 2013 fresco di insediamento, un rappresentante della World health organization.

C'è anche la smentita ufficiale dei responsabili della Comunità di Sant'Egidio riguardo una cena del 26 ottobre 2013, in cui vengono tirati in ballo come ospiti del primo cittadino capitolino in base a una sua precisa dichiarazione: al ristorante romano "Sapore di Mare", al costo di 150 euro, fu "offerta per motivi istituzionali ad alcuni rappresentanti della Comunità di Sant'Egidio". Ma gelida arriva, dunque, la smentita: "Alla ormai famosa cena non è stato invitato né ha partecipato alcun responsabile della nostra Comunità", si legge in una nota. "Si approfitta dell'occasione per precisare che anche nei due anni successivi, fino ad oggi, non sono mai stati offerti pranzi o cene, a spese del sindaco Marino, a responsabili della Comunità di Sant'Egidio".

Intanto, in un'intervista a Chi il sindaco rimane fermo sulle sue posizioni, parlando delle spese di rappresentanza al centro di polemiche e indagini. "Erano tutte spese istituzionali, incontri e cene fatte per affrontare i problemi della città. E questo succede ovunque, anzi, Roma con me spende meno che in passato e certamente in linea con le altri grandi città", ha detto Marino.

Poi è tornato a parlare delle sue vacanze americane: "Ho deciso di passare 14 giorni negli Usa quest'estate perché in Italia con mia moglie e mia figlia non possiamo fare un passo senza tre auto e sette uomini di scorta - continua su Chi. - Dopo varie minacce e lettere con proiettili, non mi è consentito prendere un gelato sotto casa senza avvertire i carabinieri incaricati della mia sicurezza. Rispetto il loro lavoro e volevo stare tranquillo in famiglia, quindi ho optato per quella vacanza".

E sul recente viaggio a Filadelfia, anche questo seguito da una scia di polemiche, Marino ha detto che "era organizzato da tempo, sia per il mio intervento all'università, sia per incontrare imprenditori disposti a finanziare progetti come il restauro dei Fori: spendere anche 1.500 euro per invitare chi versa due milioni di euro per restaurare il Foro di Traiano o per ottenere i fondi per la riqualificazione delle periferie non crede sia vantaggioso?".

Nonostante tutte le giustificazioni che è tenuto a dare, comunque, a Marino la voglia di viaggiare non passa e annuncia sempre a Chi: "Non nasco politico e non morirò politico. Ho sempre pensato fosse un impegno a termine. Le posso dire che dal 2023 sicuramente non farò più politica e magari vivrò a Sydney, anche se mia moglie non ne può più di traslocare".

Posted by Ignazio Marino on Mercoledì 7 ottobre 2015