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La Cei: i religiosi ladri paghino i danni alla Chiesa cattolica

Monsignor Galantino: contro coloro che adorano dio denaro, provo il vivo prurito di costituirmi parte civile

Monsignor Nunzio Galantino
ansa

"Quando sento di casi di religiosi che si intascano soldi destinati alla carità, provo il vivo prurito di costituirmi parte civile: la Chiesa deve chiedere i danni". Lo ha detto il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino. "I faraoni della Chiesa e del Vaticano sono coloro che hanno perso il senso del limite finendo per adorare il dio denaro o vendersi per la carriera. Nella Chiesa stridono ancor di più", ha aggiunto.

Monsignor Galantino, in un'intervista al Fatto Quotidiano, è tornato poi su coloro che ostacolano le riforme formente volute da papa Francesco: "La comunità ecclesiale è con il Papa. Difficoltà e resistenze rispetto al cambiamento sono da mettere in conto: la riforma viene a scuotere in maniera radicale quelle che per qualcuno sono abitudini comode e consolidate. Ma chi ragiona pensando che 'ha da passà 'a nuttata' fa male i propri calcoli".

Il segretario Cei riflette poi sulle presunte recenti parole del vescovo Luigi Negri circa la fine del pontificato di Bergoglio: "Il Vescovo ha detto di non aver pronunciato quelle espressioni proprio in quella maniera e io non ho motivo per non credergli. Certo, immaginando che le avessi pronunciate io, per coerenza mi presenterei dal papa per rimettere il mandato".

Infine, mons. Galantino risponde sull'8 per mille: in questa stagione di sobrieta', la Cei potrebbe accettare una revisione, lasciando la quota non sottoscritta allo Stato? "Non sono d'accordo", dice il segretario, sottolineando che i fondi dell'8 per mille la Chiesa "li restituisce decuplicati in termini di vicinanza, servizi e solidarietà".