"secchione e' bello"

Viceministro: "Senza laurea a 28 anni? Sfigato"

Intervento-shock del viceministro del Lavoro, Michel Martone, in un istituto professionale

24 Gen 2012 - 17:12
 © LaPresse

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"Bisogna dare messaggi chiari ai nostri giovani. Se a 28 anni non sei ancora laureato sei uno sfigato". Parola del viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Michel Martone, secondo il quale "essere secchioni, in fondo, non è male: almeno hai fatto qualcosa". Martone, intervenuto a Roma all'incontro dedicato all'apprendistato, ha sottolineato come, invece, "se scegli di fare un istituto tecnico a 16 anni sei bravo".

E il web si scatena
L'affermazione del viceministro ha subito scaricato centinaia di commenti su internet. Su Twitter qualcuno si è detto d'accordo (pochi per la verità), qualcun altro non ha capito la polemica, ma la maggior parte degli iscritti si è scagliato contro Martone. "Ma lasciar parlare solo Monti?". Ancora. "Il ministro giovane Martone usa il linguaggio ggiovane". C'è chi attacca pesantemente "Se a 28 anni non sei laureato sei uno sfigato" vero, e se non sei "figlio di" come lui al 90% sarai sfigato a vita. Salutaci papà". "Martone ke dice ke a 28 se nn ti laurei sei uno sfigato, sai ke gli dico meglio sfigato ke cm lui...", oppure qualcuno fa notare un aspetto non secondario con una domanda: "E chi studia e lavora?".

Il popolo del web si scatena: "Non s'era detto che questo era un governo sobrio? Definire sfigato chi si laurea a 28 anni mica è sobrio, caro Martone", "Martone: "se a 28 anni non sei ancora laureato sei uno sfigato". Ma se invece mi sono laureato a 26 anni perché non guadagno 5000€/mese?".

Poi Martone precisa: "Poca sobrietà ma abbassare età laureati"
Successivamente, il viceministro ha cercato di stemperare le critiche: "Fermo restando che non ho avuto la sobrietà necessaria, credo che l'età media dei laureati italiani sia molto più alta rispetto alla media dell'Unione europea". Poi ha aggiunto: "Tutti quelli che hanno due lavori o che vengono da famiglie con situazioni difficili e riescono a laurearsi sono bravi, sono eroi". "Il momento storico è straordinariamente difficile - ha proseguito il viceministro 38enne - i laureati sono troppo pochi e l'Italia ce la farà solamente se i due milioni della generazione 'net' ricominceranno a lavorare, studiare, formarsi".