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Mafia Roma, a processo 34 persone: tra loro anche i capi Carminati e Buzzi

Il prossimo 5 novembre andranno a giudizio anche politici locali e imprenditori. Il gip di Roma ha disposto il rito immediato

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tgcom24

Il gip di Roma, accogliendo la richiesta della Procura, ha disposto il processo con rito immediato per 34 persone coinvolte nella seconda tranche dell'inchiesta su Mafia Capitale. A giudizio, il prossimo 5 novembre, andranno Massimo Carminati e Salvatore Buzzi, ritenuti i capi del clan, oltre a politici locali e imprenditori. Le accuse vanno dall'associazione per delinquere di stampo mafioso a corruzione, turbativa d'asta, estorsione e usura.

Il giudice ha fissato il processo al prossimo 5 novembre unificandolo all'altro, che coinvolge un'altra trentina di persone, già disposto il 30 maggio scorso. Il procedimento si svolgerà davanti ai giudici della X sezione penale e vedrà alla sbarra in totale 59 persone.

A processo anche esponenti della politica locale laziale - A processo anche esponenti della politica locale come l'ex capogruppo di Fi al consiglio regionale, Luca Gramazio e l'ex presidente del Consiglio comunale di Roma, Mirko Coratti del Pd. Rinviati a giudizio anche i consiglieri comunali Massimo Caprari e Giordano Tredicine, l'ex presidente del Municipio X (Ostia) Andrea Tassone, Guido Magrini, in qualità di direttore del Dipartimento delle Politiche Sociali della Regione Lazio, l'ex assessore comunale Daniele Ozzimo.

Compariranno davanti ai giudici anche l'imprenditore Daniele Pulcini e i dirigenti della cooperativa "La Cascina" (Francesco Ferrara, Salvatore Menolascina, Carmelo Parabita e Domenico Cammisa).

Gip: "Buzzi al centro di una rete di appalti truccati" - La seconda fase dell'indagine, culminata con gli arresti del 4 giugno, ha messo in luce in particolare il business legato all'accoglienza degli immigrati. Gli accertamenti, così come scrive nell'ordinanza di arresto il gip, evidenziano come Buzzi sia "riferimento di una rete di cooperative sociali che si sono assicurate, nel tempo, mediante pratiche corruttive e rapporti collusivi, numerosi appalti e finanziamenti della Regione Lazio, del Comune di Roma e delle aziende municipalizzate".