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Parma, indagato per abuso d'ufficio il sindaco 5 Stelle Pizzarotti

La Procura indaga sulle nomine effettuate per il Teatro Regio. Il primo cittadino: "Sono tranquillo, è un atto dovuto"

Il sindaco Cinque Stelle di Parma, Federico Pizzarotti, e l'assessore alla Cultura Laura Ferraris sono indagati per abuso d'ufficio per la nomina di Anna Maria Meo a direttore generale del Teatro Regio e di Barbara Minghetti a consulente per sviluppo e progetti speciali.

Lo riporta la Gazzetta di Parma, secondo cui anche altri tre membri del Cda della Fondazione Teatro Regio all'epoca delle nomine sono indagati per il medesimo reato.

Il fascicolo fu aperto in autunno dalla Procura, dopo gli esposti del senatore Pd Giorgio Pagliari. Gli inquirenti vogliono accertare se ci siano state irregolarità nell'iter di nomina arrivata dopo un bando che aveva coinvolto sette candidati, concluso senza esito.

Pizzarotti: "Sono tranquillo" - "Sono tranquillo perché è un atto dovuto, che rispetto pienamente - spiega il sindaco M5S -. Era già emerso che ci fossero indagini in corso in ragione degli esposti del senatore Pd Pagliari. Sarà utile per chiarire la vicenda, con la Procura consueto atteggiamento collaborativo. Il mio impegno continua senza esitazione".

M5s: "A 2-3 settimane voto questa indagine può essere strumentalizzata" - Dal Direttorio "ci sono state chieste spiegazioni per capire cosa stava succedendo" e "le abbiamo date perché è evidente che a due-tre settimane dal voto questo tipo di indagine può essere utilizzata e strumentalizzata per fare campagna elettorale". Lo ha detto Marco Bosi, capogruppo M5s a Parma. Bosi ha aggiunto che dal Direttorio è arrivato appoggio perché "dal momento in cui abbiamo spiegato quale era la situazione erano assolutamente convinti che il modo di agire fosse corretto. Condividono con noi che la magistratura deve giustamente indagare per fare gli accertamenti del caso, che però a livello politico è stato fatto in modo tutto assolutamente corretto".

Raggi: "Questione morale? Noi non abbiamo paura" - Sulla questione interviene anche il candidato M5S a sindaco di Roma, Virginia Raggi, che difende il Movimento: "La questione morale noi la affrontiamo caso per caso, a Quarto prima degli avvisi di garanzia abbiamo detto 'andiamo al voto'. Noi non abbiamo paura di affrontare le questioni, negli altri partiti non è stato cacciato nessuno".

"Dimissioni? Valuterà lui" - La Raggi non si espone, invece, in merito alle eventuali dimissioni di Pizzarotti. "Il principio del Movimento 5 Stelle sulla necessità di dimettersi in caso di indagini a proprio carico è importante, giusto e corretto, ma occorre capire bene quali sono i capi di imputazione, sia per la persona indagata che per i cittadini - dice l'esponente pentastellata - Dimissioni di Pizzarotti? Questo lo valuterà lui, non ho avuto ancora modo di approfondire la questione. La domanda va diretta a lui e credo risponderà senza problemi".

Fico contratttacca: "Corruzione si chiama Pd" - Roberto Fico commenta l'indagine su Pizzarotti in un post su Facebook. "In Italia - scrive - c'è un'emergenza corruzione che si chiama Pd: fra rapporti con la camorra in Campania, un sindaco in carcere perché avrebbe truccato un appalto per poi cancellare le prove e gente seduta al Parlamento europeo per evasione (da 3 mln) che si tiene stretta la poltrona e fa sfigurare l'Italia".

"Pizzarotti via solo se emergerà reato o condotta contro i principi del M5S" - "Dall'altra parte - aggiunge Fico - il sindaco di Parma è indagato per aver nominato il direttore del teatro Regio, cosa che è nelle sue prerogative. La magistratura sta verificando se ha seguito correttamente la procedura. Come sempre, se dovesse emergere una condotta contraria alla legge e ai principi del Movimento 5 Stelle chiederemo un passo indietro. Come in tutti gli altri casi. Chi, come la Lega, ha trafficato in diamanti e comprato mutande verdi coi soldi dei cittadini, dovrebbe avere la dignità di stare zitto".