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Mattarella a Locri: mafiosi non hanno coraggio, colpiscono con viltà

In occasione dellʼincontro con i familiari delle vittime delle mafie, il Capo dello Stato fa appello ai politici ("siano impermeabili alle infiltrazioni") e a tutti i cittadini: "Nessuno si chiami fuori"

"I mafiosi non hanno senso dell'onore o del coraggio.

I loro sicari colpiscono con viltà persone inermi". Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo ha detto intervenendo a Locri, e ha continuato: "L'Italia ha fatto passi avanti nella lotta alle mafie ma è necessario non fermarsi. Bisogna prosciugare le paludi dell'arbitrio della corruzione, che sono quelle dove la mafia prospera". E ancora: "La mafia è ancora forte e presente".

"La criminalità organizzata - ha continuato, parlando in occasione della XXII Giornata della memoria e dell'impegno incontrando i familiari delle vittime della mafia - tenta di dominare pezzi di territorio e cerca di arruolare in ogni ambiente. Bisogna azzerare la zona grigia. Bisogna asciugare la palude della corruzione, in cui le mafie prosperano".

"Gente senza pietà" - Il Capo dello Stato ha poi ricordato che nell'elenco delle loro vittime "ci sono anche donne e bambini. I mafiosi non conoscono né pietà né umanità, non hanno alcun senso dell'onore e del coraggio. Le mafie non risparmiano nessuno: colpiscono chiunque diventi ostacolo al raggiungimento dei loro obiettivi, denari, potere e impunità".

"L'Italia ha fatto molto nella lotta alla mafia" - "L'Italia ha compiuto passi avanti nella lotta alle mafie - ha sottolineato il presidente della Repubblica -. Negli anni sono state varate leggi efficaci che colpiscono i patrimoni mafiosi e introducono nel codice nuove forme di reati. Occorre sostenere il lavoro quotidiano, la rettitudine e la professionalità di tante migliaia di donne e uomini dello Stato, che ogni giorno attraverso l'azione di repressione e prevenzione contrastano le mafie. Questa lotta così dura è stata condotta sul terreno della legalità, senza mai venir meno ai diritti della democrazia".

Appello del Capo dello Stato: "Una lotta che riguarda tutti" - "Le mafie non risparmiano nessuno - ha sottolineato -. Uccidono, certo, chi si oppone ai loro interessi criminali. Ma non esitano a colpire chiunque diventi un ostacolo al raggiungimento dei loro obiettivi. Che sono denaro, potere, impunità. Per questo motivo, la lotta alle mafie riguarda tutti. Nessuno può dire: non mi interessa. Nessuno può pensare di chiamarsene fuori".

"I politici non cedano" - Il presidente si rivolge poi ai politici dicendo: "I vari livelli politico-amministrativi devono essere fedeli ai loro doveri e quindi impermeabili alle infiltrazioni e alle pressioni mafiose. Occorre sostenere il lavoro quotidiano, la rettitudine, la professionalità, l'intelligenza di tante donne e uomini dello Stato che, in magistratura e nelle forze dell'ordine, difendono la vita sociale, la libertà personale e familiare, dell'aggressione delle mafie, con prevenzione e repressione".

Applausi alla lettura dei nomi delle vittime: anche Piersanti Mattarella - Durante l'incontro sono stati letti i nomi delle vittime innocenti di mafia. Tra gli altri, anche quello di Piersanti Mattarella, fratello del presidente. Un lungo applauso ha accompagnato la lettura dei nomi. Anche il vescovo di Locri-Gerace, Francesco Oliva, nel suo intervento ha fatto riferimento al Capo dello Stato come familiare di una delle vittime. "Le chiese di Calabria - ha detto - sono vicine a lei, signor presidente, e alla sua personale sofferenza per la perdita di suo fratello Piersanti, vittima anche lui dell'arroganza criminale".