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Attesi 80 profughi in una contrada del Veronese che ha sette abitanti

Il consigliere regionale Andrea Bassi (Centro Destra Veneto-Autonomia e Libertà): "Non ha senso mandare così tanti richiedenti asilo in una comunità montana"

Attesi 80 profughi in una contrada del Veronese che ha sette abitanti - foto 1
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Nella contrada Vaccamozzi, a Erbezzo sui monti del Veronese, vivono solo sette presone.

Una coppia, una badante, un uomo e una donna con madre e zio di 94 e 96 anni. Si tratta di un borgo quieto, tranquillo e isolato dal centro del paese. E' proprio questo il luogo, scelto dalla Prefettura, per ospitare 80 richiedenti asilo. Saranno accolti in un'ex base Nato, nell'edificio che era utilizzato anche dai carabinieri. Sulla decisione non mancano le polemiche. "Non si potevano trovare altre soluzioni?", è il commento del consigliere regionale Andrea Bassi del gruppo Centro Destra Veneto-Autonomia e Libertà.

"Ad agosto", ricorda Bassi, "era uscito il bando pubblicato dalla Prefettura di Verona. Nonostante il disappunto espresso sia dal Sindaco Luca Campedelli, dalla popolazione e dal nostro Gruppo consigliare, la Prefettura ha proseguito imperterrita. Non capisco quale sia la strategia di portare un numero così importante all'interno di una comunità montana, dove abitudini e usi sono lontanissimi dal modo di vivere di queste persone". E prosegue: "Il paese si trova a parecchi chilometri di distanza dal centro di Erbezzo, e cosa faranno i profughi per trascorrere il proprio tempo? In inverno, alle 16.30 del pomeriggio c'è già buio e i mezzi per raggiungere la città sono rari. Senza dimenticare che in questa piccola contrada vivono quattro persone con più di novant'anni, preoccupatissime per la situazione che si potrebbe andare a creare".

"Le richieste e la volontà del primo cittadino sull'ex Base Nato erano ben diverse", spiega Bassi, "l'idea era di trasformare le palazzine esistenti in casa vacanze e di destinare la parte dei bunker alla conservazione e valorizzazione dei prodotti tipici. Per la particolarità e la bellezza della zona già alcuni imprenditori volevano investire,b ma si sono visti negare anche questa possibilità. Invece di tutelare la zona, il Prefetto ha ben pensato di portare preoccupazione e possibili disagi alle persone che, nonostante le difficoltà e le scomodità, hanno deciso di rimanerci".

"Rimango ancora una volta basito per come le autorità preposte stiano gestendo la situazione, considerando che sui giornali nazionali viene propagandata la diminuzione degli sbarchi. È la solita presa in giro", conclude Bassi, "si favoriscono le cooperative, a fronte di lauti e sicuri compensi, a scapito dei milioni di italiani in difficoltà per la mancanza di lavoro e della crisi che ha colpito il nostro Paese, e di pensionati che con le poche centinaia di euro non riescono ad arrivare a fine mese. Tra l'altro le Prefetture venete, nonostante i numerosi solleciti e pure la mozione approvata dal Consiglio regionale, si ostinano a non rispondere alla nostra civilissima richiesta dei dati sugli arrivi di migranti, ospiti dei centri di accoglienza e sui rimpatri effettuati per i profughi che non avevano i requisiti per rimanere: una scorrettezza istituzionale infinita. Ma il nostro lavoro e il nostro impegno per placare questo business continua e non ci fermeremo certo qui".