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Ue, guerra al fumo con foto shock sui pacchetti
Ma c'è chi si oppone: "È solo terrorismo"

La proposta di revisione verrà votata dalla Commissione Salute il prossimo 11 luglio. Previste misure più restrittive sui prodotti del tabacco: anche in Italia foto raccapriccianti sui pacchetti

Ufficio stampa

Nella prossima seduta della Commissione Salute e Ambiente dell'Unione Europea, in programma il 10-11 luglio, verrà votata la proposta di revisione della direttiva sui prodotti del tabacco e affini. Irrigidite le norme su produzione e vendita, ma al centro delle critiche c'è il "restyling" dei pacchetti: foto impressionanti avvertiranno sui rischi legati al tabagismo, una misura shock tacciata di sensazionalismo e scarsa efficacia.

L'obiettivo della Ue è ridurre le malattie causate dal fumo e, di conseguenza, anche i costi per la sanità pubblica, quantificati negli ultimi dodici mesi in 25 miliardi di euro a livello europeo.

Nello specifico la proposta prevede il divieto di commercializzare le sigarette aromatizzate, che inducono alla dipendenza e contengono additivi tossici; saranno banditi inoltre i pacchetti da dieci sigarette e le etichette fuorvianti mentre verranno rafforzati i controlli per ridurre contraffazione e traffici illeciti. Per quanto riguarda le sigarette elettroniche, la Commissione Salute vorrebbe comparare ai medicinali i liquidi contenenti una quantità di nicotina superiore ai 4 mg/ml, soglia oltre la quale potranno essere venduti solo nelle farmacie.

Capitolo a parte meritano le nuove norme sulle confezioni delle sigarette: dovranno obbligatoriamente riportare sul 75% della superficie immagini e didascalie di avvertimento sui rischi connessi al fumo. Un po' come avviene già in Australia, dove dallo scorso dicembre, al posto dei brand, sui pacchetti compaiono foto al limite del raccapricciante sulle patologie e deformazioni causate da un consumo eccessivo di tabacco. La scelta di introdurre anche in Europa tale accorgimento, evidenzia la Commissione, è supportata da ricerche che dimostrano quanto l'appeal della confezione sia determinante nella diffusione del prodotto, specie tra i minori.

Proprio quest'ultima norma ha provocato la reazione di Save the Choice, un comitato indipendente impegnato in campagne di informazione a difesa delle libertà individuali. “Ci opponiamo all'idea di Stato-balia - spiega la portavoce Annalisa Chirico - ai cittadini vanno fornite informazioni che aumentino la consapevolezza sui danni causati dal fumo, ma non spetta certo ai governi stabilire come dobbiamo vivere la nostra vita”.

La direttiva sul tabacco proposta dalla Commissione sembra avere piuttosto uno “scopo terroristico, – prosegue Chirico – imporre divieti e immagini impressionanti, oltre a limitare la scelta da parte del consumatore, non ridurrà il numero dei fumatori: sarebbe come pretendere di diminuire i morti sulla strada tappezzando le auto con foto di vittime di incidenti”. Una misura inefficace e facilmente aggirabile perché “basterà usare un contenitore diverso. E poi, per quanto possano essere scioccanti le immagini, dopo un po' ci si fa l'abitudine”. L'esempio australiano non convince, viene bollato come una “folle intrusione nella libertà di mercato, perché la standardizzazione dei pacchetti limita le libere scelte delle società e facilita il contrabbando”.
Save the Choice ha lanciato una raccolta firme online e nelle principali città italiane per chiedere ai commissari di rivedere la propria posizione: “Abbiamo già raccolto più di 3mila sottoscrizioni – dice la portavoce – mostrando in anteprima come appariranno i nuovi pacchetti”.

“A causa di una concezione paternalistica di Stato – conclude la Chirico – un intero settore viene criminalizzato: nel nostro Paese ci sono 200mila famiglie che vivono grazie alla filiera del tabacco, senza considerare che ogni anno nelle casse statali finiscono accise per 14 miliardi di euro”.