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Naufragio Concordia, Schettino al contrattacco "Gli errori furono della Costa Crociere"

Al processo di Grosseto sul tragico naufragio della nave da crociera, il comandante prende la parola "combattivo". La sua difesa presenta 200 domande per smontare le accuse al comandante

Ansa

Tenta il tutto per tutto la difesa di Francesco Schettino, che, tramite l'avvocato Bruno Leporatti, ha cercato di mettere in evidenza i profili di colpa della Costa Crociere Spa per il naufragio della Concordia all'Isola del Giglio. E' quanto è emerso dall'udienza a Grosseto dove il difensore del comandante ha fatto alcune osservazioni su eventuali carenze ed errori della compagnia di navigazione.

Schettino si difende in aula
Nella quarta giornata del processo sulla tragedia della Concordia, il comandante Francesco Schettino ha parlato per la prima volta in aula e si è difeso dalle accuse nell'incidente probatorio sul naufragio della nave da crociera. Schettino ha chiesto l'autorizzazione a poter intervenire al gip che gliel'ha concessa, potendo interloquire così direttamente con i periti. Schettino si è difeso su vari punti fra cui la manovra che lui avrebbe ordinato dopo l'urto contro gli scogli e ha spiegato tutte le iniziative prese nei momenti del naufragio e dell'emergenza. Schettino si sarebbe mostrato molto "combattivo" nel discutere con i periti le questioni che riguardano il suo comportamento al comando della nave.

"Mano di Dio? No, mia decisione"

In un serratobotta e risposta con l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, a capo del collegio dei periti, Schettino ha parlato di aspetti tecnici con una certa energia. "Non è stata una manovra, quella è stata una decisione: c'è differenza", ha anche ribadito l'ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino stamane poco prima dell'incidente probatorio. Ieri, il procuratore Francesco Verusio aveva detto che non fu la bravura dell'ex comandante a evitare che la nave andasse a largo ma "una volontà di Dio". Schettino ha spiegato poi che ordinò una manovra destra-sinistra-destra mentre la nave procedeva a 16 nodi verso l'isola del Giglio. La tecnica, in gergo marinaresco, viene definita anche "scodinzolo" e si attua per gli improvvisi cambi di rotta.

Legale compagnia: "Nessuna corresponsabilità"
Per l'avvocato Marco De Luca, legale della compagnia Costa, "non ci sono contestazioni di alcun tipo di corresponsabilità da parte della compagnia per quanto accaduto". Per De Luca, "il dovere di informare tempestivamente la capitaneria dell'incidente incombeva e incombe sul comandante della nave e non sull'unità di crisi o sulla società".

200 domande per smontare le accuse
Intanto, comincia ad emergere la strategia difensiva degli avvocati Domenico e Francesco Pepe, e Bruno Leporatti. I legali di Schettino hanno preparato una controffensiva in 200 domande e vari punti, con la quale mirano a smontare la relazione di 270 pagine dei periti, che sostanzialmente individuano nel comandante della Concordia l'unico responsabile del naufragio.

Ricostruire l'immagine di Schettino
In particolare, la difesa critica le ricostruzioni emerse fino a ora, tra cui quella della manovra sulla rotta del Giglio dopo l'urto, ma anche l'immagine consolidata di uno Schettino che dopo l'errore avrebbe abbandonato la nave senza aspettare l'evacuazione di tutte le persone.

Forse indagati salgono a 11
Secondo quanto riporta il Corriere Fiorentino, nell'inchiesta ci sarebbe un undicesimo indagato, un ufficiale della nave. Il secondo che si aggiunge mentre l'incidente probatorio, apertosi a marzo, era già in corso.

Per periti, errore timoniere ininfluente
Intanto, l'errore di virata del timoniere indonesiano ad un ordine di Schettino nell'avvicinamento al Giglio per "l'inchino" è giudicato assolutamente ininfluente da parte del collegio dei periti del gip. Lo ha detto l'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone rivolto al difensore di Schettino, avvocato Bruno Leporatti. I periti hanno poi ribadito che i 13 secondi che costò la virata sbagliata non cambiarono nulla e, anche se il timoniere avesse eseguito bene l'ordine, la nave avrebbe urtato lo stesso lo scoglio.

Studenti marinano la scuola per vedere Schettino
Alcuni ragazzi, armati di telefono cellullare, hanno marinato la scuola per vedere l'ex comandante della Costa Concordia, Francesco Schettino, e magari immortalarlo in un'immagine da postare sui social network. In particolare un sedicenne, dell'istituto alberghiero, avrebbe voluto chiedere al comandante se Domnica, la ragazza moldava, fosse in plancia la sera del naufragio.