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Gorgona, un carcere virtuosoIl Die Welt gli dedica un reportage

I detenuti producono vino con la prestigiosa etichetta della famiglia dei Marchesi de' Frescobaldi. Ma nel resto dʼItalia la situazione delle carceri è considerata "tortura" dallʼUe

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“Il primo obiettivo è il recupero”. Cesare Beccaria metteva ben in chiaro quali sono i principi che devono guidare l'attività carceraria. E a giudicare da ciò che accade al Gorgona, penitenziario che prende il nome dall'omonima isola che lo ospita, l'autore de "Dei delitti e delle pene" è stato proprio preso in parola. Esempio virtuoso per le innumerevoli attività proposte ai detenuti, al carcere di Gorgona è stato dedicato un reportage del prestigioso quotidiano tedesco Die Welt.

Ma come si suol dire, una rondine non fa primavera. L' immagine della giustizia e delle carceri italiane è tutt'altro che rosea e solo qualche giorno fa la Corte di Strasburgo ha puntato il dito contro un sistema inefficiente. A rincarare la dose, l'ispezione ONU, terminata con una denuncia al nostro apparato penitenziario, soprattutto per quanto riguarda il trattamento dei detenuti.

Così, mentre a Gorgona, circa 30 km dalla costa toscana, provincia di Livorno, i detenuti si dedicano ad attività sociali e soprattutto al benessere dell'isola, in altre parti d'Italia i detenuti devono scontare la loro pena in meno di 3 mq pro capite, spazio considerato “tortura” dall'Unione Europea.

Nell'isola carceraria, invece, dall'anno scorso è partito un nuovo progetto: la produzione di vino proprio. Il direttore del penitenziario di Gorgogna, Carlo Mazerbo, ha contattato alcuni maestri vignaioli toscani, tra cui la famiglia dei Marchesi de' Frescobaldi, produttrice da più di 30 generazioni, e l'anno scorso sono stati imbottigliati ben 2700 fiaschi. Ma purtroppo si tratta di un'eccezione che conferma la regola. Solo il 17,5% dei detenuti lavorano negli istituti per l'Amministrazione penitenziaria e le aziende in carcere sono praticamente assenti. Il 39% di queste opera in Lombardia, il 24,8% in Veneto e il 10% in Lazio. Nel resto d'Italia, invece, praticamente il nulla.

Ma prima ancora di vino e lavoro, ci sono alcuni bisogni irrinunciabili. Mangiare e dormire sono due di questi. Un esempio su tutti. L'Osservatorio Antigone nell'ultimo rapporto nazionale 2013 sulla situazione carceraria italiana ha registrato che per 64.047 detenuti stimati dall'ultimo censimento a fine novembre, sono disponibili solo 37.000 posti letto.