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Fecondazione eterologa, Consulta: libertà coppia di autodeterminarsi

"Si crea anche una disparità economica", così i giudici nelle motivazioni della sentenza che ha bocciato il divieto di eterologa. Questo divieto, inoltre, "non ha adeguato fondamento costituzionale"

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Il divieto per le coppie sterili di ricorrere all'eterologa è privo di fondamento costituzionale e "la scelta di diventare genitori" è "espressione della fondamentale libertà di autodeterminarsi". Così la Consulta nelle motivazioni della sentenza che ha bocciato il divieto di eterologa. Molte coppie non potendo fare l'eterologa in Italia, si sono rivolte all'estero e questo produce "un ingiustificato trattamento in base alla capacità economica".

In relazione al vuoto normativo che cancellazione del divieto di eterologa avrebbe potuto creare, sono "identificabili più norme che già disciplinano molti dei profili di più pregnante rilievo, anche perché il legislatore, avendo consapevolezza della legittimità della PMA di tipo eterologo in molti paesi d'Europa, li ha opportunamente regolamentati", si legge ancora nelle motivazioni della sentenza.

Legale coppia: garantiti diritti e tutele - "La cancellazione del divieto di eterologa, ripristina il rispetto del principio di uguaglianza gravemente leso dalla circostanza che la coppia sterile aveva chance terapeutiche differenti a seconda della gravità della infertilità di cui era affetta: mentre nel caso di utilizzo del proprio materiale genetico, la coppia poteva ricorrere alle tecniche di Pma, nel caso di sterilità radicale, paradossalmente, questa possibilità le veniva preclusa" producendo una "discriminazione". E' quanto osserva l'avvocato Gianni Baldini, legale di una delle coppie ricorrenti contro il divieto di eterologa cancellato dalla Corte Costituzionale. Ora, aggiunge, "non essendovi ostacoli dovuti ad assenza di norme specifiche per il ripristino della tecnica con donazione di gameti, i centri di Pma potranno immediatamente riprendere l'applicazione delle tecniche eterologhe".

Baldini sottolinea che "la cancellazione del divieto è del tutto in linea con la giurisprudenza della Suprema Corte in materia di autodeterminazione" e "non fa venir meno un livello minimo di tutela costituzionalmente necessario". La legge 40, infatti, "prevede che i figli nati da eterologa sono figli legittimi della coppia; non hanno alcun rapporto giuridico con i donatori dei gameti; la coppia che accede alla donazione dei gameti non può disconoscere il nato; i donatori sono anonimi. In questo modo sono affermate le tutele per tutti i soggetti coinvolti nelle tecniche di procreazione medicalmente assistita come previsto dalla legge stessa".