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Raid Casamonica in bar, una vittima: presa a botte, nessuno mi ha aiutato

Parla la donna che si è ribellata alle prepotenze dei due esponenti dei Casamonica che hanno picchiato il barista e distrutto il locale

Raid Casamonica in bar, una vittima: presa a botte, nessuno mi ha aiutato - foto 1
ansa

"Se il bar non vi piace andate altrove".

Sono bastate queste parole per far scattare la furia dei due Casamonica, nel raid contro un bar a Roma. I due uomini hanno picchiato una donna, invalida civile, e il barista, "colpevole" di non averli serviti per primi. Uno dei due "mi ha stretto al collo e preso a calci. Ha fatto il gesto di sfilarsi la cintura ma senza usarla - è il racconto della vittima a Il Messaggero - . Il locale era pieno ma nessuno mi ha aiutato".

"Sono entrata subito dopo quei due. Hanno cominciato a toccare tutto, espositori, caramelle. Poi uno si è girato verso di me e ha insultato i romeni. Dopo le mie parole, hanno preso i miei occhiali da sole, mi hanno spintonato e fatto cadere. Non chiamare la polizia".

"Mi ha sferrato dei calci sul fianco. Mi sono fatta tre settimane in ospedale - ricorda -. Quei due erano ubriachi, forse anche drogati". "Mi sono sentita sola, il bar era pieno di clienti e nessuno ha mosso un dito per aiutarmi".

I Casamonica: "Non sono della nostra famiglia" - Una dura condanna del gesto arriva anche da Nando Casamonica, fratello del capostipite Vittorio. "Conosco i gestori del bar, sono brave persone. Chi ha fatto questo - spiega sempre a Il Messaggero riferendosi ai due aggressori - andrebbe punito. Non sono dei Casamonica, ma se lo fossero a loro bisognerebbe spezzare le gambe".