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Ok dal tribunale al concordato Atac, Raggi: "Primo passo verso il risanamento"

Il presidente dellʼazienda Simioni: "Il nostro piano industriale è credibile in grado di garantire la migliore soddisfazione dei creditori e il rilancio della società"

Ok dal tribunale al concordato Atac, Raggi:
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Il Tribunale fallimentare di Roma ha emesso in data odierna il Decreto di ammissione di Atac al concordato in continuità.

"E' una vittoria dei cittadini: Atac resterà in mano pubblica. Un passo verso il risanamento e il rilancio dei trasporti a Roma. Passo dopo passo cambiamo Roma", ha commentato dai social la sindaca della capitale Virginia Raggi.

La sentenza del tribunale - Il piano di concordato risulta la scelta più "conveniente" per i creditori rispetto allo scenario alternativo rappresentato da una procedura di amministrazione controllata. E' quanto emerge, in sostanza, dal decreto del tribunale Fallimentare di Roma che ha dato l'ok alla procedura di concordato per Atac. Dal punto di vista procedurale la parola passa ora ai creditori che nell'assemblea convocata per il prossimo 19 dicembre dovranno votare il piano. "Alla luce delle integrazioni e dei chiarimenti resi", afferma il collegio giudicante nel provvedimento, "il piano concordatario è sorretto da una adeguata esposizione dei costi e dei ricavi attesi e mette in evidenza il fabbisogno finanziario della continuita'". Per la Fallimentare "la prosecuzione dell'attività di impresa è funzionale al miglior soddisfacimento dei creditori che quindi, nell'ambito del corretto scenario comparativo liquidatorio, troverebbe minore utilità".

Virgina Raggi esulta sui social - "Atac è l'azienda pubblica di trasporto di Roma che stiamo provando a risanare. Ce l'hanno lasciata con 1 miliardo e trecento milioni di euro di debiti, un parco mezzi con una delle età medie più alte d'Europa, soltanto 850 bus circolanti sui 2.000 necessari per garantire un servizio adeguato a lavoratori, studenti e turisti". Lo ha scritto su Facebook il sindaco della Capitale. "Un'eredita' pesantissima che avrebbe spaventato chiunque: in tanti hanno proposto di prendere scorciatoie o di svendere l'azienda dei romani ai loro amici. Noi ci siamo opposti perchè crediamo fermamente che l'interesse pubblico venga prima di ogni cosa: avrebbero mandato in strada migliaia di lavoratori, avrebbero creato un servizio di serie A per il centro e di serie B per le periferie. Ma tanti cittadini ci hanno sostenuto. Quelle immagini dei bus in fiamme sono vergognose e frutto del malaffare di anni e anni di cattiva gestione avallata da una politica irresponsabile. Prima c'era chi assumeva i parenti in azienda, c'era chi la spolpava o la utilizzava come un bancomat. Loro erano i "capaci" ma in realtà hanno soltanto depredato un'azienda pubblica. Ora c'è una azienda che progressivamente si avvia verso il risanamento. Per quanto possa essere difficile, continueremo ad impegnarci lungo questa strada perche' sappiamo che è quella giusta".

La nota di Atac - Il Collegio, anche facendo seguito al positivo parere espresso dalla Procura, ha valutato positivamente, spiega Atac in un comunicato, il lavoro effettuato dalla società, concretizzatosi nel piano industriale depositato a gennaio 2018 e nella proposta concordataria, tesa a garantire la migliore soddisfazione possibile dei creditori, in discontinuità rispetto al passato e nel pieno rispetto delle regole. "Sono molto soddisfatto", dichiara il presidente dell'azienda Paolo Simioni. "Quando sono arrivato a agosto 2017 l'azienda non riusciva più a pagare gli stipendi, i fornitori non rispondevano al telefono ed erano arrivati i primi pignoramenti dei conti correnti. Abbiamo subito preso atto della gravità della crisi e ci siamo messi immediatamente al lavoro. Grazie all'impegno di Atac e dei consulenti legali e finanziari siamo riusciti a costruire un Piano Industriale credibile che, come oggi viene sancito dal Tribunale, è in grado di garantire la migliore soddisfazione dei creditori e consentire il risanamento e rilancio della società 

Le parole del presidente - "È stato un lavoro intensissimo, di una complessità unica per le tematiche affrontate e le eccezionali dimensioni dell'impresa" continua Simioni. "Oggi Atac è un'azienda che paga regolarmente gli stipendi a oltre 11.000 dipendenti, versa i contributi, paga i fornitori a trenta giorni, effettua importanti investimenti in autofinanziamento, il tutto in attuazione del Piano industriale depositato a gennaio. La società ha migliorato sensibilmente tutti gli indicatori finanziari e economici. Con il Decreto di ammissione, il Tribunale e la Procura riconoscono all`azienda che la strada che abbiamo intrapreso a settembre era quella giusta: si è trattato di una scelta non facile, ma che abbiamo preso con coraggio e portata avanti con ferma determinazione. Non è stato sempre facile tenere dritta la barra. Le criticità sono state molte, ma non abbiamo mai perso di vista l`obiettivo: ripagare il debito attraverso la continuità aziendale e risanare Atac, nel rispetto delle regole, insieme ai nostri dipendenti e fornitori. La strada ora è segnata, a fine anno ci aspetta l'assemblea dei creditori. Siamo fiduciosi che il Piano e la Proposta Concordataria consentiranno a tutti i creditori di valutare positivamente la nostra proposta, forti del positivo riconoscimento del Tribunale, della consistenza dei flussi che garantiremo loro, della nuova solidità che stiamo dimostrando giorno per giorno".