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Migranti sulla Vos Thalassa, disposto il fermo dei due indagati: "Favorirono gli scafisti"

Avrebbero minacciato lʼequipaggio che voleva riportarli in Libia. Ora sono indagati per favoreggiamento dellʼimmigrazione clandestina

Migranti sulla Vos Thalassa, disposto il fermo dei due indagati:
ansa

La Procura di Trapani ha emesso un decreto di fermo a carico dei due migranti sbarcati due giorni fa dalla nave Diciotti, Bichara Tijani Ibrahim Mirghani e Ibrahim Amid, finora indagati a piede libero per violenza privata.

Le indagini hanno accertato il loro ruolo nell'aggressione subita dall'equipaggio della nave Vos Thalassa che li aveva soccorsi ma che voleva riportarli in Libia.

I magistrati hanno deciso di modificare le accuse contestando i reati di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale e concorso in favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Soccorsi dal rimorchiatore olandese nel mare libico insieme agli altri migranti con cui viaggiavano verso la Sicilia i due, un sudanese e un ghanese, avrebbero aggredito alcuni membri dell'equipaggio temendo di essere riportati indietro. L'episodio, denunciato dalla Vos Thalassa, ha determinato l'intervento della Guardia Costiera che ha preso a bordo tutti i profughi salvati dal rimorchiatore. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini aveva chiesto un intervento della magistratura e l'arresto dei responsabili dell'aggressione.

La Diciotti con a bordo i migranti per ore è rimasta davanti al porto di Trapani in attesa dell'autorizzazione all'attracco. L'intervento del Capo dello Stato ha sbloccato la situazione. La nave è giunta in porto in nottata e i due accusati dell'aggressione sono stati identificati e iscritti nel registro degli indagati per violenza privata. La Procura però ha proseguito gli accertamenti a loro carico anche sentendo i testimoni della vicenda. Oggi la svolta con le nuove accuse e la decisione di fermare entrambi.

La ricostruzione dell'aggressione - Il ghanese e il sudanese fermati avrebbero minacciato e aggredito il marinaio di guardia Pantaleo Lucivero, il primo ufficiale Cristian Paluccio e il comandante della Vos Thalassa Corneliu Dobrescu. Lo scrivino i magistrati secondo cui i migranti avrebbero tentato di costringere il comandante Dobrescu a compiere un atto contrario ai propri doveri. Questa la ricostruzione fatta dalla Procura: il rimorchiatore Vos Thalassa aveva soccorso in area Sar Libica i due profughi che viaggiavano verso la Sicilia insieme ad altri 65 e dalla Guardia Costiera Libica e aveva avuto indicazioni di dirigersi verso le coste africane per trasbordarli su una motovodetta. Terrorizzati, i due fermati, insieme ad altri profughi ancora non identificati, avrebbero accerchiato, spintonato e minacciato ripetutamente di morte (mimando il gesto di tagliargli la gola e di gettarlo in mare) il marinaio Lucivero. Stessa sorte avrebbe avuto il primo ufficiale.

Gli indagati hanno favorito gli scafisti - L'aggressione avrebbe costretto il comandante della Vos Thalassa a invertire la rotta, fare ritorno al punto di soccorso e richiedere con urgenza l'intervento delle autorità italiane per evitare l'incontro con motovedette libiche e scongiurare - dicono i pm - una situazione di grave pericolo. Il rimorchiatore ha così fatto rotta verso nord (cioè verso le coste italiane) per ricevere i soccorsi della nave militare Diciotti. Per la Procura inoltre i due africani sarebbero stati anche favoreggiatori degli scafisti dell'imbarcazione su cui viaggiavano i profughi soccorsi dalla Vos Thalassa. Il fermo è motivato dal pericolo che i due indagati da liberi possano far perdere le tracce.