FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

"Non volevano che continuasse a studiare perché ha l'Asperger, ora mio figlio ha due lauree e un lavoro"

Quando era solo un bambino gli avevano diagnosticato un ritardo mentale e i docenti erano contrari che proseguisse gli studi dopo la terza media. La madre, che vive tra Cuneo e Nizza, racconta a Tgcom24 la rivincita del figlio

facebook

Fabrizio ha 29 anni, vive in Francia dove ha conseguito la laurea magistrale e lavora nella pubblica amministrazione.

Fino a qualche anno fa però in pochi a Cuneo, dove è nato e cresciuto, credevano che sarebbe riuscito a raggiungere risultati del genere. Perché quando era piccolo gli è stato diagnosticato un ritardo mentale e in terza media i professori non volevano nemmeno che proseguisse gli studi. "A scuola erano arrivati persino ad abbassargli i voti per scoraggiarlo", racconta Marie-Rose, la mamma del giovane, a Tgcom24. In terza superiore i dottori hanno capito che Fabrizio era affetto dalla sindrome di Asperger, uno dei disturbi dello spettro autistico. Questo però non ha fermato il giovane dal conseguire due lauree e trasferirsi a Nizza per lavoro.

Marie-Rose ha voluto condividere la storia di suo figlio con Tgcom24 dopo aver letto della studentessa con la sindrome di Down che si è laureata a Napoli con 110 e lode

Come ha scoperto che suo figlio era un ragazzo speciale?
A far scattare il campanello d'allarme è stata la maestra della scuola d'infanzia. Mi ha consigliato di farlo visitare. Io avevo notato delle stranezze, a cui però non avevo dato molto peso

Che genere di stranezze?
Per esempio Fabrizio ha cominciato a parlare molto presto e poi ha smesso. Quando ha iniziato la scuola, stava nel suo angolino e non interagiva con gli altri. Si vedeva che era goffo e non riusciva a fare alcune cose.

Però non avete capito subito che si trattava della sindrome di Asperger?
Negli anni '90 ancora gli studi sull'autismo non erano così progrediti come oggi. All'inizio a Fabrizio era stato diagnosticato un ritardo mentale. Mi ricordo che il medico mi ha detto: "L'unica certezza che ho è che suo figlio non è un vegetale" e io mi sono sentita cadere il mondo addosso. Soltanto in terza superiore abbiamo capito che si trattava dell'Asperger grazie all'intuizione di un luminare dell'autismo. Visto quello che abbiamo passato, ci siamo sentiti sollevati di fronte alla diagnosi di un disturbo dello spettro autistico.

Che tipo di difficoltà avete incontrato prima della diagnosi definitiva?
Fabrizio alle elementari e alle medie era un bambino certificato come ritardato. In terza media gli insegnanti non volevano nemmeno che continuasse a studiare. Erano arrivati a togliergli le ore di sostegno e ad abbassargli persino i voti per scoraggiarlo tanto che ho denunciato la scuola. Non riuscivo a vedere mio figlio soffrire così, io mi rendevo conto che lui amava i libri, voleva studiare. Ma i professori avevano indicato per lui al massimo una scuola professionale così imparava a fare il mestiere del padre che è artigiano.

E invece che scuola ha scelto Fabrizio?
Lui voleva fare il liceo delle scienze umane e io l'ho appoggiato in questa idea. Non perché non volevo che facesse il professionale, ma lo vedevo molto goffo nei lavori manuali quindi secondo me era difficile che riuscisse a fare il lavoro di mio marito. 

E' stata la scelta giusta?
Sì, perché Fabrizio si è diplomato con ottimi voti e alla fine delle superiori gli insegnanti si sono raccomandati: "Fate studiare questo ragazzo". Lui ha scelto di fare Scienze Politiche all'università e ha conseguito qui a Cuneo la laurea triennale. Dopo la laurea gli ho consigliato di andare a Nizza, dove sono nata, per fare un'esperienza di lavoro visto che in Francia ci sono più possibilità che in Italia. Lì è riuscito ad aderire a un progetto per lavoratori portatori di handicap. E' stato seguito da uno psicologo, gli hanno prima fatto fare uno stage e poi lo hanno richiamato per le sostituzioni. Questo gli ha permesso di acquisire fiducia in se stesso. Allora un giorno mi ha chiamato e mi ha detto che voleva proseguire gli studi in Francia e si è iscritto alla facoltà di giurisprudenza.

E lei come l'ha presa? Non ha avuto paura per lui?
Per me è stata una grande sorpresa perché io gli avevo suggerito di andare lì giusto per fare un'esperienza, non pensavo che rimanesse. Invece poi lui si è ambientato, ha capito che in Francia aveva più possibilità e ha deciso di rimanere lì. All'inizio per lui è stato difficilissimo perché, a differenza di sua sorella, Fabrizio non è bilingue. A causa di quello che per anni è stato considerato un ritardo i medici mi hanno sempre consigliato di parlargli solo in italiano così da facilitargli l'apprendimento scolastico quindi ha dovuto superare molti scogli inizialmente. 

Però alla fine ce l'ha fatta...
Sì, è stato bravissimo. Studiava giorno e notte. E' riuscito a laurearsi in tempo con un buon risultato e ha trovato subito lavoro.

Quindi Fabrizio ha vissuto sulla sua pelle anche l'attentato a Nizza? Non ha avuto paura?
Mi sono spaventata più io di lui tanto che dopo sono andata dallo psicologo, lui invece è stato forte. L'ha scampata per un soffio, è stato fortunato. Quella sera era uscito per andare in spiaggia con dei conoscenti, alcuni di loro hanno proposto di andare in piazza a un certo punto della serata per vedere i fuochi d'artificio, ma sono arrivati a tragedia avvenuta. Hanno visto la gente correre, hanno capito che era successo qualcosa di terribile, e Fabrizio è corso verso casa. Poi mi ha chiamato per rassicurarmi e ha detto: "Vedi, era destino, mamma".

Durante gli studi universitari ha avuto qualche aiuto particolare?
Mio figlio ha avuto l'insegnante di sostegno fino alle superiori. Ma l'università l'ha fatta senza alcun tipo di aiuto. A Nizza non ha nemmeno voluto certificare la sua sindrome per non essere discriminato perché in Francia poi lo scrivono sul diploma. Lui è un ragazzo straordinario, ha una memoria incredibile. Quando si è laureato la sua coordinatrice mi ha detto: "Noi abbiamo bisogno di Fabrizio qui perché si ricorda tutto" e lei non sapeva che fosse affetto dall'Asperger. 

Ora cosa fa suo figlio?
Sta lavorando nell'amministrazione pubblica, si occupa di diverse pratiche e intanto sta continuando gli studi per proseguire la carriera nelle relazioni internazionali. Il suo sogno è occuparsi dei rapporti Francia - Italia. Si è ambientato molto bene a Nizza, ora è riuscito a comprare persino casa accedendo a un prestito a tasso zero per i giovani. Anche se ha il rammarico di aver dovuto lasciare il suo Paese. Lui avrebbe voluto vivere qui, vicino a noi, ma purtroppo non c'erano molte opportunità per lui, invece in Francia ha trovato subito lavoro. Ha imparato a gestire le sue cose, a cucinare, a fare la spesa, a tenere la casa pulita, a lavarsi i vestiti. Ora è totalmente autosufficiente e ha fatto tutto da solo.

Che consiglio darebbe ai genitori che scoprono di avere un figlio affetto dalla sindrome di Asperger?
Di non mollare mai, di sostenere sempre questi ragazzi. Sono straordinari, bisogna dare loro fiducia e dirgli che possono arrivare dove vogliono. Io non ho mai ostacolato Fabrizio, anzi l'ho sempre appoggiato nelle sue scelte anche quando sembravano più grandi di lui e adesso mi ringrazia. Mi dice sempre: "Mamma lo abbiamo fatto insieme, non sarei mai arrivato dove sono se non avessi avuto a fianco una mamma come te".