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Viterbo, autovelox per fare cassa

Lʼintento sarebbe quello di "finanziare" imprese private e Province con i soldi degli automobilisti. Indagati prefetto, viceprefetto e dirigenti delle società che avevano ottenuto l'appalto dei tutor senza gara

Autovelox e Tutor
dal-web

L'intento sarebbe stato quello di fare cassa a beneficio di imprese private e delle Province con i soldi degli automobilisti. Per questo la Procura di Viterbo ha aperto un'inchiesta sul presunto uso improprio degli autovelox piazzati su tratte dove c'è bassa incidenza di pericolo, ma alta intensità di transiti. Nel registro degli indagati sono stati iscritti, per concussione, prefetto e viceprefetto di Viterbo. Indagati anche i dirigenti delle società che avevano ottenuto l'appalto senza nessuna gara.

Secondo l'accusa quel tutor che in un mese ha colpito 3 mila e 500 automobilisti è stato posizionato in un tratto della statale Nepesina nel quale gli incidenti gravi negli ultimi cinque anni non erano praticamente mai accaduti.

Conti alla mano, quell'apparecchio porta nelle casse della provincia 8 milioni di euro l'anno. Ma l' indagine colpisce un giro d'affari ancora più grosso in un paese - l'italia - che ha il record europeo di rilevatori di velocità: circa uno ogni 28 chilometri. Le due imprese coinvolte avrebbero infatti già vinto altre gare nelle provincie di Milano, Como e Ascoli Piceno, che adesso - al contrario degli automobilisti - tremano per i possibili effetti dell'inchiesta.