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Migranti, sbarco sulle coste pugliesi: 52 passeggeri su caicco turco

Le barriere poste dallʼUnione europea hanno riportato in auge la tratta che collega i Balcani con la Puglia. Calderoli: "Perché Alfano non interviene?"

Un caicco di 25 metri battente bandiera turca con a bordo 52 migranti è sbarcato lo scorso 4 maggio nel porto pugliese di Santa Maria di Leuca (Lecce) ed è attualmente sotto sequestro.

L'imbarcazione a vela partita dalle coste greche era andata in avaria a poche miglia dalla terraferma e aveva lanciato una richiesta di aiuto. Le autorità della Capitaneria di Porto hanno messo in salvo i migranti stipati nel battello, 23 uomini, 8 donne e 21 minori di cui molti non accompagnati, di nazionalità pakistana, afghana, siriana e somala. Tutti sono stati trasferiti nel Centro di prima accoglienza di Otranto. Un georgiano di 43enne a cui era intestato il contratto di comodato d'uso del natante Talay 1 è stato arrestato in quanto presunto scafista. Il connazionale 23enne invece, è stato rimpatriato.

Come riferisce a Tgcom24 Antonio Menni, Presidente del Consiglio comunale di Casarano, un paese vicino a Santa Maria di Leuca, sta crescendo la paura che gli sbarchi non siano più un fenomeno occasionale e che si riapra un nuovo flusso migratorio simile a quello degli anni Novanta, quando centinaia di albanesi solcavano l'Adriatico per approdare in Italia attraverso la Puglia: "A marzo è arrivato nel porto un altro natante, stessa cosa l'anno scorso. Rispetto al passato assistiamo a una variazione però: gli scafisti non usano più carrette del mare, ma imbarcazioni più grosse. Il 4 maggio abbiamo prestato soccorso a questo caicco di 25 metri, l'anno scorso si trattava invece di un piccolo yatch".

Calderoli: Alfano non interviene? - Il caso diventa politico e finisce in Parlamento. A sollevare il problema è Roberto Calderoli: "Veniamo oggi a sapere che si è riaperta la rotta adriatica dei clandestini - scrive il vicepresidente del Senato - grazie ad alcuni amministratori locali pugliesi che riferiscono agli organi d'informazione il timore che sia ricominciato un flusso migratorio dall'Albania simile a quello degli Anni Novanta. Possibile che il nostro ministero dell'Interno, così solerte nell'annunciare la redistribuzione di qualche centinaio di profughi su decine di migliaia di clandestini arrivati, non si sia accorto di nulla?".