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Amianto alla Olivetti, giudice dispone revisione esami dei 12 morti

Il magistrato intende verificare le esatte cause dei decessi dei lavoratori. Ad occuparsi delle analisi consulenti Telecom e pm

Il giudice del processo sull'amianto alla Olivetti di Ivrea, Elena Stoppini, ha informato a sorpresa le parti che è in corso la revisione degli esami sui campionamenti biologici di 12 lavoratori deceduti.

Il magistrato intende verificare le esatte cause delle morti. Una squadra di polizia giudiziaria ha già prelevato i vetrini istologici e li ha consegnati al reparto di anatomia patologica dell'Humanitas di Rozzano, nel Milanese.

I test sono cominciati il 29 aprile e proseguiranno il 13 maggio. La revisione, comunque, è prevista anche per i casi di due persone ammalate (Bruna Luigia Perello e Pierangelo Bovio Ferassa). Le indagini della Procura di Ivrea sono basate sull'analisi delle cartelle cliniche. Solo per una delle vittime, Domenico Rabbione, era stata svolta l'autopsia.

Fra i diciotto imputati del processo ci sono Carlo De Benedetti, il fratello Franco e l'ex ministro Corrado Passera. La mossa del giudice non è consueta ma è la conseguenza di una sollecitazione della stessa Procura di Ivrea. Erano stati i consulenti tecnici delle parti in causa a manifestare delle perplessità: quello della pubblica accusa aveva affermato che era necessario approfondire tre casi di morte, quello del responsabile civile Telecom era dubbioso su quasi tutti. Nel corso dell'udienza, il professor Enrico Pira, per conto della difesa di De Benedetti e Passera, ha affermato che uno dei lavoratori morì per un'occlusione intestinale e non per un mesotelioma pleurico.

Ad occuparsi delle analisi ora sono consulenti di Telecom e pm, in maniera congiunta. I test sono cominciati il 29 aprile e proseguiranno il 13 maggio. "E' un accertamento che completa il quadro probatorio", dice il procuratore capo Giuseppe Ferrando. "Naturalmente - aggiungono fonti vicine agli inquirenti - era possibile disporre una perizia super partes interpellando altri specialisti. Ma con la soluzione scelta dal giudice si guadagna tempo e si risparmiano soldi".

L'iniziativa presa da Stoppini è vista con favore dalla maggior parte dei difensori, che da sempre sostengono l'assoluta mancanza di responsabilità da parte degli alti organi dirigenziali della Olivetti rispetto alle patologie che colpirono i lavoratori. Gli avvocati ribadiscono che l'azienda fece tutto il possibile per scongiurare i rischi per la salute dei dipendenti.