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Brescia, padre condannato per abusi: dopo 15 anni i figli ritrattano tutto

"Nostra madre ci spinse a mentire", dichiara oggi Gabriele che già nel 2009 aveva raccontato la verità in un memoriale finora ignorato da tutti

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"Nostra madre voleva la separazione e ci spinse a mentire".

E' uno dei passaggi di un memoriale in cui un ragazzo confessa che gli

abusi

denunciati da lui e dal fratellino nei confronti del padre erano

solo menzogne

. Il diario, scritto nel 2009, fu consegnato agli educatori di una comunità del Bresciano dove il giovane viveva ma nessuno rivelò la verità. L'uomo

fu condannato

a 9 anni e 2 mesi. Ora i figli ritrattano e chiedono la

revisione del processo

.


La vicenda, risalente a 15 anni fa, è avvenuta tra la Sardegna, terra d'origine della famiglia in questione, e

Brescia

, dove padre, madre e due figli hanno vissuto per anni e dove sono state depositate le prime denunce nei confronti del genitore, di 46 anni, oggi rinchiuso nel

carcere di Sassari

.

"Quello che avevamo detto io e mio fratello erano

tutte invenzioni

dettate da quello che mia madre ci diceva. Lei voleva allontanare mio padre e ci faceva dire che nostro padre abusava di noi", racconta oggi il figlio più grande, Gabriele, che ora ha 24 anni e che ha vissuto in comunità fino a 18 anni.

All'epoca dei fatti contestati al padre, Gabriele aveva 12 anni mentre il fratello Michele, oggi 21enne, aveva 9 anni. "Agli atti ci sono solo le dichiarazioni di due bambini e

nessun'altra prova contro mio padre

- spiega il ragazzo -. Nessuno ci ha mai chiesto di raccontare la nostra verità".

Per il legale del padre dei due ragazzi, l'avvocato bresciano Massimiliano Battagliola: "La

clamorosa ritrattazione

dei due figli a distanza di 15 anni oggi assume il valore di una nuova prova. Anche il

memoriale

che abbiamo ritrovato è un elemento assolutamente nuovo e per questo chiediamo alla Corte d'Appello di Roma la revisione del processo".