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Regeni, entrambe le orecchie mozzate I funerali non saranno di Stato

Come riferito da fonti qualificate, al giovane ricercatore ucciso a Il Cairo sono state anche strappate unʼunghia della mano e una del piede

Regeni, entrambe le orecchie mozzate I funerali non saranno di Stato - foto 1
ansa

Entrambe le orecchie di Giulio Regeni sono state mozzate nella parte alta.

Lo comunicano fonti investigative qualificate secondo le quali sul corpo del giovane ricercatore friulano ucciso a Il Cairo ci sono decine di "piccoli tagli", anche sotto la pianta dei piedi. A Regeni inoltre sono state strappate un'unghia della mano e una del piede. Tra le diverse fratture riscontrate anche quella delle scapole.

"Ci sono segni di piccoli tagli - riferiscono le fonti - su tutto il corpo, sia nella parte anteriore che posteriore".

Gli amici di Giulio: "Mai arrivato alla festa"
- Intanto emerge che il giovane non è mai stato visto alla festa di compleanno dove era atteso la sera del 25 gennaio. Lo avrebbero riferito alcuni amici italiani del ricercatore agli investigatori egiziani. La polizia, infatti, ha raccolto in queste ore le testimonianze di diversi amici di Giulio, tutti ragazzi italiani presenti a Il Cairo. E sono stati proprio alcuni di loro a raccontare che quella sera Giulio alla festa non è mai arrivato.

Funerali a Fiumicello non saranno di Stato - Le esequie di Regeni, previste per venerdì alle 14, non saranno funerali di Stato. E' quanto si apprende da fonti dell'amministrazione comunale di Fiumicello. La cerimonia si svolgerà presso la palestra comunale del paese. Il corteo raggiungerà a piedi il vicino cimitero che si trova a poche centinaia di metri di distanza.

"Non c'era da parte sua un forte impegno politico" - Gli amici di Giulio, inoltre, avrebbero raccontato che da parte del giovane non c'era un forte impegno politico e tutti i contatti presi erano finalizzati alla sua tesi. "Il suo era solo il lavoro di un ricercatore", avrebbero ribadito.

Sentiti i familiari dalla Procura di Roma - I pm della Procura di Roma, intanto, hanno ascoltato i genitori di Regeni ed anche alcuni suoi amici. Nel corso del colloquio con il pm Sergio Colaiocco, titolare del fascicolo in cui si procede per omicidio, il papà e la mamma di Giulio avrebbero riferito che il figlio non aveva mai fatto cenno a rischi imminenti per la propria incolumità, ma che era consapevole di trovarsi in una realta' difficile dal punto vista politico soprattutto nei giorni in cui cadeva l'anniversario della rivoluzione di piazza Tahir.

Obiettivo degli inquirenti, che hanno svolto un lungo vertice in Procura, è ricostruire la rete di rapporti che Regeni aveva costruito sia in Italia che in Egitto. Grazie anche a quanto raccontato dai genitori e amici, gli inquirenti vogliono avere un quadro completo di chi erano i soggetti, sia dal punto di vista lavorativo che personale, con cui Regeni aveva intessuto rapporti nella sua permanenza a Il Cairo. Il giovane friulano, che, ribadiscono gli inquirenti, non era uno 007, era interessato alle tematiche socio-economiche dell'Egitto e aveva contatti anche con il mondo del sindacato locale.