FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Fondi Lega Nord, arrestato l'ex tesoriere Belsito 2,5 mln spesi per yacht al figlio di Bossi

Accusato di associazione a delinquere e truffa aggravata. In manette anche il procacciatore dʼaffari Romolo Girardelli e Stefano Bonet. Questʼultimo si sarebbe occupato degli investimenti del Carroccio in Tanzania

Ansa

L'ex tesoriere della Lega Nord, Francesco Belsito, è stato arrestato dalla guardia di finanza per associazione a delinquere, appropriazione indebita e truffa aggravata per società e movimentazioni di denaro. In manette anche il procacciatore d'affari Romolo Girardelli e Stefano Bonet, l'uomo d'affari che si sarebbe occupato degli investimenti del Carroccio in Tanzania. Ricercato Stefano Lombardelli, ingegnere e ex impiegato di Fincantieri.

L'inchiesta e i protagonisti - Romolo Girardelli, detto "l'ammiraglio", è stato arrestato successivamente a Belsito e Bonet. Il procacciatore d'affari sarebbe stato legato all'imprenditore veneto Stefano Bonet. Nell'inchiesta sono indagati per associazione a delinquere anche Bruno Mafrici, professionista calabrese che aveva un ufficio nello studio milanese Mgim e il promotore finanziario Paolo Scala. Questo filone di indagine si è mosso su una serie di presunti rapporti illeciti "costruiti" da Belsito, grazie all'influenza acquisita tramite i suoi incarichi a livello di partito e politici. L'ex tesoriere di via Bellerio è stato, infatti, nel Cda di Fincantieri e sottosegretario del Ministero per la Semplificazione normativa all'epoca guidato da Roberto Calderoli. La tranche dell'indagine che riguarda le ordinanze di custodia cautelare di oggi, e nella quale è contestato anche il riciclaggio in relazione ai fondi della Lega investiti in Tanzania e a Cipro, è distinta dall'altro filone ribattezzato "The family" e che riguarda le spese della famiglia Bossi e che è in via di chiusura.

"Comitato d'affari" - Il procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, e i pm, Roberto Pellicano e Paolo Filippini, ipotizzano la presenza di un "comitato d'affari" che avrebbe utilizzato la propria influenza per gestire presunti rapporti illeciti nel mondo dell'imprenditoria italiana. Nel provvedimento di arresto il gip di Milano, Gianfranco Criscione, scrive che Francesco Belsito "era il fulcro di una rete" di persone tra loro "stabilmente" legate da un "generico accordo criminoso". L'ex tesoriere del Carroccio era "in grado di influenzare le decisioni di istituzioni e grandi imprese pubbliche e private, quali ad esempio Siram spa, Fincantieri spa e Gnv spa, in forza del potere politico derivante dalle cariche rivestite".

Belsito e Bonet accusati di truffa da 8 mln - Secondo la ricostruzione del giudice le "entrature" sarebbero state usate per agevolare "ingenti commesse di ricerca e sviluppo (...) pressoché totalmente fittizie" da parte di Siram, società del settore dell'energia e della tutela ambientale a Po.La.Re, Marco Polo Technology e Fi.Tecno, società del gruppo di Bonet. Il tutto per far maturare alle aziende di Bonet un "falso credito di imposta" nel 2009 e 2010. Per questo a Belsito, Bonet e alcuni dipendenti Siram è stato contestato il reato di truffa aggravata per ottenere erogazioni pubbliche per poco più di 8 milioni di euro.

Arresto per movimento denaro - Alessandro Vaccaro, avvocato di Belsito, ha spiegato che "da quanto si puo' sapere al momento, l'arresto non è relativo alla questione delle spese del partito, ma riguarda società e movimentazioni di denaro". "Siamo meravigliati, comunque - ha aggiunto il legale - che l'arresto arrivi ora, ad un anno dall'interrogatorio".

"Belsito tentò di depredare patrimonio Lega" - I pm scrivono anche che Francesco Belsito "da tesoriere ha tentato di depredare il patrimonio della Lega (..) e ha interpretato il ruolo di uomo politico con l'unica finalità di approfittare delle opportunità che tale qualifica gli offriva".

La Lega si costituirà parte civile - Intanto, da fonti qualificate del partito si apprende che la Lega Nord si considera lesa dall'attività del suo ex tesoriere, Francesco Belsito, espulso da mesi dal Carroccio, e si costituirà parte civile. Il segretario leghista, Roberto Maroni, avrebbe già dato mandato ai legali per presentare, appena possibile, la richiesta di costituzione di parte civile.

Yacht da 2,5 mln euro a Riccardo Bossi - Nell'inchiesta spunta anche uno yacht del valore di 2,5 milioni di euro, che sarebbe stato acquistato da Riccardo Bossi, figlio di Umberto. Lo yacht, stando all'ordinanza del gip, sarebbe stato comprato "avvalendosi di un prestanome grazie a un'ulteriore appropriazione indebita di Belsito" dei fondi del Carroccio. Nella nota della gdf si legge anche che Belsito "intrattiene tuttora rapporti d'affari poco trasparenti con un'esponente della Lega Nord di Chiavari, tale Dujany Sabrina". Il gip sottolinea, infine, per i quattro arrestati il "concreto e fortissimo pericolo di reiterazione dei reati".

Belsito, Girardelli e Bonet indagati anche a Reggio Calabria - I tre arrestati stamane dalle fiamme gialle di Milano sono indagati anche dalla Dda di Reggio Calabria in un filone calabrese dell'inchiesta sulla gestione dei fondi del Carroccio. Belsito è indagato per riciclaggio con l'aggravante di avere favorito la cosca di 'ndrangheta dei De Stefano insieme ad altre sette persone, tra le quali Girardelli, ritenuto dagli investigatori legato alla 'ndrangheta, e Bonet. I pm ipotizzano che Belsito abbia richiesto il sostegno di una società fiduciaria con sede a Lugano per predisporre strutture societarie attraverso le quali giustificare il trasferimento all'estero di denaro tenuto in Italia. Gli inquirenti stanno cercando un conto cifrato in Svizzera dove sarebbe finito denaro proveniente dalle attività illecite della famiglia di 'ndrangheta dei De Stefano di Reggio Calabria. L'inchiesta coordinata dalla Dda di Reggio Calabria ipotizza che tra i fondi neri della Lega finiti all'estero vi possa essere anche il denaro della cosca De Stefano, fatto confluire nella massa di denaro gestita da Belsito allo scopo di riciclarlo e ripulirlo per nuovi investimenti.

Sei milioni di euro della Lega investiti in Tanzania - Nell'inchiesta milanese sulle presunte distrazioni dei fondi della Lega Nord, che sarebbero stati utilizzati anche per le spese personali di Umberto Bossi e dei suoi familiari, Belsito è indagato con Bonet e Paolo Scala. Questi ultimi sono gli uomini d'affari che avrebbero avuto un ruolo negli investimenti di circa 6 milioni di fondi del partito in Tanzania e a Cipro.

Fincantieri: "Nessuna interferenza indebita" - In relazione alle notizie circolate sulla vicenda Belsito e i suoi rapporti con Fincantieri, "che non aggiungono alcun elemento di novità rispetto a quanto già emerso nei mesi scorsi, Fincantieri, come già fatto, smentisce nella maniera più assoluta che Francesco Belsito, durante il suo mandato di consigliere della società prima e di vicepresidente dopo, nella sua qualità possa aver esercitato interferenze indebite nell'attività aziendale". E' scritto in una nota diffusa dal gruppo.