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L'autore dell'editoriale sul femminicidio: "Se una donna passeggia di notte in minigonna..."

"Nella crisi di una coppia, che può portare a epiloghi tragici, esistono corresponsabilità" spiega a Tgcom24 Bruno Volpe, 50 anni, giornalista e direttore di www.Pontifex.Roma.it, autore dellʼeditoriale "Le donne e il femminicidio facciano autocritica, quante volte provocano?"

Dal Web

"L'omicidio è sempre da condannare, ma l'allontanamento della donna dal suo ruolo spiega perché si registrino sempre più femminicidi". Bruno Volpe, 50 anni, giornalista e direttore di www.Pontifex.Roma.it, autore dell'editoriale riportato sul volantino affisso da don Piero Corsi nella sua parrocchia, intervistato da Tgcom24 non fa marcia indietro e rincara la dose: “Le donne, salvo casi eccezionali, dovrebbero essere madri e procreatrici”.

Cosa pensa della polemica suscitata dall'affissione del volantino che riportava il suo editoriale da parte di don Corsi?
Devo intanto sottolineare che io don Corsi non lo conosco e non ne sapevo niente. Ho sentito parlare della polemica in tv. Credo che contro questo prete si sia scatenata una caccia all'uomo senza nemmeno fermarsi un attimo a pensare se quella riportata sul volantino era la sua posizione o voleva semplicemente aprire un dibattito.

Entrando nello specifico, ci spieghi la sua posizione sul femminicidio
Voglio innanzitutto ribadire che chi ammazza una persona (sia questa un uomo o una donna) è meritevole del massimo rigore in terra. Ma mi chiedo anche: lei andrebbe mai nel Bronx con un Rolex d'oro in bella vista? Si meraviglierebbe se poi la rapinassero? Allo stesso modo, se una donna gira di notte su una strada deserta in minigonna... Attiene al buon senso. Non viviamo nel mondo dell'iperuranio, certe cose esistono e bisogna farci i conti.

Una cosa però è una "raccomandazione di buon senso", un'altra è individuare in determinati comportamenti una corresponsabilità. Lei nel suo editoriale parla precisamente di responsabilità e provocazioni da parte delle donne.
Le donne dovrebbero limitare certe esuberanze. L'uomo sente vacillare il suo ruolo e questa perdita di terreno sotto i piedi può diventare una miscela esplosiva. Lei è presente quando avviene un accoltellamento? Sappiamo esattamente cosa succede? Talvolta le parole feriscono più di una coltellata. La donna dovrebbe avere la sensibilità di capire che a volte non è il caso di comportarsi in determinati modi.

Tipo?
Guardi, le dico, io sono separato, so di cosa parlo. Se un uomo e una donna si separano, magari perché lei ha avuto un'avventura e questa si presenta sotto casa con l'amante? Le sembrano comportamenti da tenere? E è chiaro che possano provocare una reazione e poi bisogna sempre distinguere. Se durante una lite lei dice a lui "Stai zitto, brutto cornuto che non sai neanche lavorare?" e lui le tira una coltellata, è chiaro che ha un raptus. Ma se una donna viene accoltellata 40-50 volte è evidente che alla base di questo omicidio, c'è un astio e un odio accumulato nel corso del tempo, derivante anche da questa trasformazione della donna e dall'allontanamento dal suo ruolo.

Qual è il ruolo della donna?
C'è un malinteso di fondo nel senso di indipendenza, di cui si parla anche nella lettera apostolica di Giovanni Paolo II "Mulieris Dignitatem": tranne che quando non ci siano necessità di bilancio, e allora è giustificato che partecipi al mantenimento della famiglia, credo che la donna dovrebbe tornare al suo compito, quello di madre e procreatrice, evitando di trovarsi in ambienti e situazioni che possano favorire, se non "stimolare", avventure, tradimenti, ecc.

Lei sa che il suo editoriale sembra avere una valenza assolutoria nei confronti di chi uccide una donna?
Lo ribadisco, l'omicidio è sempre un crimine da punire nel modo più duro. Quanto ad altre interpretazioni si sa, la madre dei cretini è sempre incinta. Ma resta che non si può stare sempre lì a piangersi addosso. E bisogna analizzare il fenomeno e individuarne le cause. Guardi io ho vissuto a lungo in Messico, in particolare a Juarez, città nota per l'altissimo numero di donne uccise. Là se ne parla così tanto? Assolutamente no, forse perchè c'è consapevolezza che le responsabilità siano condivise. E poi si parla sempre di omicidi di donne, ma sa quanti aborti avvengono ogni anno in Italia? Molti di più.

L'aborto non è un reato...
E' ugualmente immorale.

Di lei si è parlato spesso per alcune sue prese di posizioni molto forti. L'anno passato disse che il crollo del palco di Jovanotti a Genova, in cui morì un operaio, fu un castigo divino...
Non ho parlato di castigo divino, che è un concetto del Vecchio Testamento, ma di avvertimento divino. Dio manda dei segnali per far capire all'uomo che certe cose non vanno più fatte.

E cosa in questo caso non andava più fatto?
Jovanotti pochi giorni prima insieme a Fiorello aveva pubblicizzato l'uso del preservativo. Quando ho parlato di avvertimento divino mi riferivo a questo.