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Bimba disabile "adottata" dall'ospedale

A Livorno era stata abbandonata dai genitori nomadi. Ha vissuto più di due anni in corsia

Ansa

I primi quasi mille giorni della sua vita li ha passati in ospedale.

Ogni volta che apriva gli occhi vedeva il primario Edoardo o l'infermiera Simona che le sorridevano. Sono stati loro i genitori “adottivi” che hanno cresciuto nella corsia di un ospedale di Livorno questa bambina abbandonata dai genitori perché disabile.

Era il 2009 quando una coppia di giovani nomadi poco meno che ventenni diede alla luce la loro prima bambina. Vivevano di carità e non erano in grado di prendersi cura di lei perchè affetta da una grave forma di cerebropatia genetica. Da lì la decisione di lasciarla in ospedale. Da quasi due anni e mezzo la vita della bambina è trascorsa tutta dentro un lettino di una stanzina d'ospedale dove medici e infermieri le fanno compagnia coccolandola e portandole giocattoli.


“Il padre ogni tanto viene a trovarla quando si trova a Livorno”, ha raccontato a La Repubblica il primario Edoardo Micheletti, uno dei medici-padri della bambina. “Vuole sapere come sta anche se non chiede mai di vederla”. La permanenza in corsia è dovuta a problemi burocratici legati all'incerta cittadinanza e alla difficoltà a rintracciare i genitori. Ora però una famiglia è disposta ad adottarla e in ospedale si attende il verdetto di un tribunale di Firenze.


Certo chi si prenderà cura di lei dovrà assicurarle un'assistenza adeguata dal momento che è anche tracheotomizzata. Intanto la bambina resta nel lettino, guarda i sorrisi di medici e infermieri. E se la burocrazia andrà per le lunghe si prepara a festeggiare il suo terzo compleanno in ospedale.