FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Il pc sparito e quella giacca scura
Schettino cercava di camuffarsi?

Lʼ"inchino" al Giglio voleva in realtà essere una "sfida" del comandante al suo maestro?

Tgcom24

Mentre continuano le indagini sul naufragio della Concordia, ecco due elementi non chiari sul comandante Schettino: un computer e una giacca scura.

Il primo è stato visto da un albergatore del Giglio in mano a Schettino che lo usava il giorno dopo il disastro ma non si trova più. La seconda è la giacca che indossava: non era quella della Costa. Un tentativo di camuffarsi durante l'evacuazione? Le indiscrezioni sono del quotidiano "Il Tirreno".

Il personal computer
E' stato lo stesso Schettino a dire all'albergatore che in una busta colorata di plastica aveva il proprio computer, così prezioso da essere riuscito a portarlo in salvo nei concitati attimi di evacuzione della Concordia. Quel computer però, usato sabato mattina dal comandante, è scomparso. Conteneva sicuramente file importanti: i magistrati si chiedono quali. 

Quella giacca non era della Costa
Poi c'è il giallo degli abiti che indossava il comandante. Sebbene Schettino nella conversazione con De Falco avesse detto di essere stato "catapultato in acqua", poi risultava avere solo i calzini bagnati. Quindi era asciutto e cosa indossava? Il comandante sostiene di essere stato in divisa: perchè allora nell'intervista rilasciata a Tgcom24, prima del fermo, alle ore 14 indossava un giaccone scuro che non aveva nulla a che vedere con la divisa della Costa? Un tentativo di camuffamento, di sottrarsi a chi stava cercando aiuto, o solo il vestirsi con la prima cosa che aveva trovato entrando in cabina?

L'inchino era in realtà una sfida?
Sul "Tirreno" si parla anche dei cosiddetti "inchini", cioè quei passaggi a un soffio dalla costa di cui si è molto discusso in questi giorni. E' anche riportata la testimonianza dell'ex comandante Mario Palombo, che in un libro ha documentato la sua carriera raccontando i tanti passaggi vicini alla costa, che per lui erano un'abitudine. Il volume ("La mia vita da uomo di mare. Da Camogli all'Isola del Giglio, dalle navi da carico ai prestigiosi comandi di navi passeggeri") descrive anche un passaggio vicinissimo all'isola del Giglio: "Puntai direttamente sugli scogli chiamati “le Scole” rallentando gradualmente la velocità. Informammo i nostri parenti e amici del passaggio... Illuminai tutta la nave, rallentai ulteriormente, e fischiai a lungo con la sirena. La gente, che era alle finestre, segnalava la sua presenza accendendo e spegnendo le luci. Fu una bella emozione". Per Palombo certe manovre erano abitudine. Schettino è stato secondo di Palombo nel 2001 e la sera del 13 gennaio scorso i due si sono parlati al telefono, poco prima del naufragio. Afferma il sostituto procuratore Verusio: "Più che a un inchino l'eccessivo avvicinamento della nave all'isola potrebbe attribuirsi a una dimostrazione di bravura del comandante Schettino".