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Racket di prostitute romene, 27 gli arresti

Pescara, operazione tra Pescara e LʼAquila: sgominate pericolose gang

Afp

Maxioperazione della squadra mobile di Pescara contro il racket della prostituzione.

La polizia ha eseguito 27 ordinanze cautelari nei confronti di presunti componenti di pericolose gang, formate da romeni e italiani, accusati di associazione per delinquere, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, estorsione e rapina. Fra le persone coinvolte anche un 17enne romeno.

Delle 27 misure cautelari, 26 sono state emesse dal gip del Tribunale di Pescara, Luca De Ninis, su richiesta del pm Giampiero Di Florio, una dal gip del Tribunale dei minorenni dell'Aquila.

Secondo quanto accertato dagli inquirenti nel corso delle indagini, avviate un anno fa, decine di giovani romene venivano reclutate in patria, spesso con l'inganno di un falso posto di lavoro, in realtà venivano avviate alla prostituzione tra le città di Pescara e Bari. In molti casi le ragazze venivano controllate e sottomesse con violenze e minacce.

Tra le giovani, costrette a prostituirsi, la polizia ha individuato anche tre donne in stato di gravidanza. Secondo l'accusa, il gruppo aveva dato vita ad "una gestione organizzata e imprenditoriale dell'affare della prostituzione" con connotazioni che, in base a quanto ritenuto dallo stesso gip, "si avvicinano a quelle mafiose".

Fondamentali ai fini delle indagini, oltre alle intercettazioni e ai servizi di pedinamento e controllo, si sono rivelate le dichiarazioni di alcune delle ragazze sfruttate. Nell'operazione, coordinata dal servizio centrale operativo di Roma, sono stati impiegati circa 150 agenti delle Questure di Pescara, Bari, Chieti e Teramo e del Reparto Prevenzione Crimine di Pescara.