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"Quando lo incontrai risposi alla chiamata"

Il racconto di don Walter Insero, oggi responsabile della comunicazione per la beatificazione

Dal Web

Ci sono storie che legano le persone con un disegno provvidenziale, vicende di incontri che possono cambiare la vita.

Una di queste è quella di don Walter Insero che decise, a 17 anni, di dire il suo sì al sacerdozio proprio dopo un incontro con Wojtyla alla Giornata Mondiale della Gioventù a Denver. Ma c'è di più: nel 2003 fu proprio Giovanni Paolo II a imporgli le mani. Oggi don Insero è organizzatore della beatificazione del pontefice polacco. Ecco il suo ricordo raccontato a Tgcom.

La sua vocazione sacerdotale è in qualche modo legata a Giovanni Paolo II?
Direi proprio di sì, tutto è nato in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù del 1993, a Denver. Durante uno degli incontri di preparazione all'evento, avevo 17 anni, e proprio alla presenza del Papa, nell'aula Paolo VI, decisi di dire dentro il cuore il mio sì a Cristo.

E così entrò in seminario…
Esattamente. E poi 10 anni dopo, nel maggio 2003, è stato proprio Giovanni Paolo II a impormi le mani dentro la Basilica di San Pietro. Quindi Papa Wojtyla è stato per me, per il mio percorso vocazionale, un grande punto di riferimento. Ho visto risplendere in lui proprio la bellezza del sacerdozio!

Che ricordo ha di quel incontro con il Papa?
Il Papa era già molto provato dalla malattia, aveva un viso sofferente e la voce molto debole. Mi colpì che man mano che entrava nel vivo della celebrazione della Messa, lui prendeva forza, attingeva energia fisica. Manifestava anche un grande senso di paternità: ricordo il momento dell'imposizione delle mani, non potrò mai scordarlo, è stato come uno choc! Quello giorno fui anche scelto per concelebrare con il Papa: si realizzava un sogno!

Rimase folgorato da Giovanni Paolo II e dalla sua capacità di parlare ai giovani?
Durante la Giornata Mondiale della Gioventù di Tor Vergata nel 2000 tutti percepimmo questa sua grande capacità di entrare in sintonia con i giovani. Durante la veglia ricordo che era tardi, l'entourage faceva pressini per farlo andare via, anche lui ogni tanto guardava l'orologio e diceva “E' tardi!”. Ma nonostante ciò, c'era proprio il desiderio di restare con noi, era contento di stare lì con i giovani.

E' stato chiamato a curare la comunicazione per l'evento della beatificazione: l'ennesima prova che c'è un legame speciale con Giovanni Paolo II?
E' stata una grande sorpresa perché non era previsto che venissi coinvolto! Posso dire con umiltà che si tratta di un segno, di un regalo che Giovanni Paolo II mi ha fatto perché occuparmi proprio di comunicazione e di rapporti con i media in onore del “Papa comunicatore” è davvero qualcosa di straordinario!

E il 1° maggio la beatificazione sbarcherà anche sul web…
Proprio così, ricordando la definizione di Giovanni Paolo II “sentinelle del mattino” rivolta ai giovani abbiamo pensato di creare le “sentinelle digitali”: giovani volontari e seminaristi che nel giorno della beatificazione saranno sul web a coinvolgere quanti più ragazzi possibile. La cerimonia sarà trasmessa in streaming e tradotta in 4 lingue. E poi su Facebook è stato aperto un profilo pieno di video e tanto altro materiale per ricordare e celebrare questo grande Papa.