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Torino dice sì all'uso di cannabis

Due gli ordini del giorno: uno vuole che il Piemonte si omologhi a Veneto, Toscana e Liguria per lʼutilizzo della marijuana a fini terapeutici, lʼaltro chiede al Parlamento di abolire la Fini-Giovanardi

cannabis, erba
-afp

Torino dice sì all'uso di cannabis. Il Consiglio comunale ha approvato due ordini del giorno presentati da Marco Grimaldi di Sel e Silvio Viale, radicale eletto nel Pd, per un cambio di passo sul consumo delle droghe leggere. Alla Regione chiedono di omologarsi a Veneto, Toscana e Liguria per l'utilizzo della marijuana a fini terapeutici, e al Parlamento chiedono di abolire la Fini-Giovanardi e di poter utilizzare cannabis anche a fini ricreativi.

Nello specifico, due gli ordini del giorno passati: in uno la città chiede alla Regione di seguire l'esempio di Toscana, Liguria e soprattutto Veneto. Qui oltre ad aver autorizzato i farmaci cannabinoidi per la terapia del dolore, è stata approvata all'unanimità una legge per sperimentare la distribuzione gratuita negli ospedali e nelle farmacie di preparati a base di cannabis, ma anche la produzione diretta di marijuana. Fin ora niente di nuovo. Nel secondo provvedimento, invece, Torino chiede anche l'abolizione della legge Fini-Giovanardi (ritenuta da molti consiglieri restrittiva nonché una delle cause del sovraffollamento delle carceri) e il via libera alla produzione diretta di cannabis e al consumo da scopo ricreativo. Misura drastica, quest'ultima, passata per soli due voti di scarto del Movimento 5 stelle, che ha visto anche l'astensione del sindaco Fassino. Ma tant'è. Ora, commenta uno dei consiglieri che ha detto sì, "il Parlamento dovrà affrontare il passaggio da un impianto di tipo proibizionistico, a uno di tipo legale della produzione e della distribuzione delle cosiddette droghe leggere".