FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Tolta la scorta al Capitano Ultimo

"In motorino per evitare attentati"

Capitano Ultimo
tgcom24

E' stata tolta la scorta al Capitano Ultimo, il colonnello Sergio De Caprio, l'ufficiale dei carabinieri che arrestò il capo della mafia Toto Riina, il 15 gennaio del '93.

Lo ha deciso, secondo il servizio pubblicato da Panorama, il Comitato per la sicurezza presieduto dal prefetto di Roma. Dal 24 gennaio quindi "il Capitano Ultimo si muoverà a bordo di un motorino per evitare di diventare un facile bersaglio".

Riina dal carcere minaccia, ordina, decide esecuzioni di servitori dello Stato, ma dal 24 gennaio Capitano Ultimo dovrà fare a meno della scorta. L'uomo condannato a morte da Cosa Nostra per avere messo le manette al Capo dei Capi, dopo 24 anni di latitanza, quindi, da venerdì prossimo dovrà rinunciare alla protezione. La notizia in esclusiva sul settimanale Panorama, da giovedì in edicola, esce proprio a pochi giorni dalla pubblicazione delle conversazioni di Riina con un boss della Sacra Corona Unita.

Nelle intercettazioni sono contenute parole che fanno paura, parole di minaccia che dimostrano come Riina sia ancora saldamente al vertice di Cosa Nostra. Eppure il Comitato per la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto di Roma, ha deciso che ora l'eroe antimafia dovrà andare in giro da solo. Di lui non si conosce neanche il volto. Non è la prima volta che a Capitano Ultimo viene tolta la Protezione. Già nel 2009 la tutela armata gli fu sospesa per un errore, e lui, per evitare di diventare un facile bersaglio decise di muoversi in motorino nel traffico della Capitale, poi, dopo qualche giorno la scorta gli fu ripristinata. Ora questa nuova decisione che non mancherà di creare polemiche e che arriva a pochi giorni dalla pubblicazione della notizia secondo cui l'erede di Carlo Alberto Dalla Chiesa non potrà essere promosso a causa di un cavillo nel regolamento dell'Arma che ne ha bloccato il passaggio di grado a generale.