Dal caos treni ai prezzi gonfiati delle vacanze, passando per il caro-carburanti e gli stabilimenti balneari: il Codacons traccia un bilancio drammatico dei dodici mesi appena trascorsi
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Il 2025 si chiude con un bilancio pesantissimo per le famiglie italiane. Dodici mesi di aumenti generalizzati, disservizi diffusi e un'incertezza normativa che ha messo a dura prova il potere d'acquisto dei cittadini. A lanciare l'allarme è il Codacons, che definisce quello appena concluso "uno degli anni peggiori per i consumatori", in uno scenario che appare sempre più preoccupante.
L'anno si è aperto subito male, con i rincari dei carburanti che hanno colpito gli automobilisti già a gennaio, accompagnati dall'aumento dei prezzi di cioccolato e dolci della Befana. Ma era solo l'inizio: nei mesi successivi il caro-prezzi si è esteso a tutti i settori, mentre la produzione industriale continuava la sua crisi.
La primavera ha portato con sé il caos ferroviario, con ritardi e cancellazioni che hanno paralizzato migliaia di pendolari. Nel frattempo, le bollette del gas tornavano a livelli record, mentre gli italiani si trovavano a festeggiare San Valentino con prezzi gonfiati. Marzo ha segnato un momento particolarmente critico: i dati hanno evidenziato come sempre più famiglie siano state costrette a tagliare le spese sanitarie, rinunciando a visite e cure necessarie.
Con l'arrivo della bella stagione, la situazione non è migliorata. L'estate 2025 verrà ricordata per i rincari senza precedenti nel settore turistico: trasporti, ombrelloni e strutture ricettive hanno toccato prezzi elevatissimi, mentre la questione degli stabilimenti balneari continuava a far discutere. I centri estivi per bambini sono diventati un lusso per pochi, con costi proibitivi che hanno messo in difficoltà molte famiglie lavoratrici. Non è mancato nemmeno il fenomeno dei concerti apparentemente sold-out, con biglietti poi miracolosamente disponibili a prezzi maggiorati su piattaforme di rivendita.
Gli ultimi mesi del 2025 non hanno dato tregua: il caos sul bonus per le auto elettriche ha lasciato molti cittadini nell'incertezza, mentre i dati sulla povertà hanno confermato un peggioramento della situazione sociale. La ciliegina sulla torta è arrivata con la conferma del canone Rai, rimasto invariato nonostante le promesse di riduzione.
"Senza misure strutturali e controlli efficaci", avverte l'associazione dei consumatori, "il rischio è che anche il 2026 si apra all'insegna delle stesse difficoltà". Un monito che suona come un appello urgente: servono interventi concreti, non più promesse, per invertire una rotta che sta portando sempre più famiglie italiane verso difficoltà economiche insostenibili. Il 2025 lascia in eredità una lezione chiara: i consumatori italiani non possono più permettersi un altro anno così.