EFFETTO TRUMP

Dazi, come cambiano i prezzi per gli italiani: rischio rincari dal gas agli smartphone

Anche se le trattative commerciali tra Usa e Ue sono ancora aperte, il costo maggiore delle importazioni potrebbe ricadere sui consumatori. Generando un impatto anche sull'occupazione

29 Lug 2025 - 10:57
 © ansa

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L'impatto dei dazi americani e dell'accordo sottoscritto tra Usa e Ue rischiano di far schizzare i prezzi di numerosi prodotti anche in Italia. A partire dal gas che, stando all'intesa raggiunta da Donald Trump e Ursula von der Leyen, l'Europa importerà in quantità maggiori dagli Stati Uniti e che pagherà di più rispetto alle forniture provenienti dall'Africa o dalla Russia (prima della guerra in Ucraina). Il Gnl americano ha tra l'altro costi di estrazione più alti rispetto alla media globale. Tra i settori a rischio rincari per i dazi globali per le famiglie del nostro Paese c'è anche la telefonia mobile (cellulari e smartphone) e la moda popolare, in primis per quanto riguarda capi come i jeans.

Il circolo vizioso dei dazi americani

 Come riportato da Il Messaggero, l'Ufficio Studi di Confcommercio ha osservato come negli Usa i dazi "ridurranno la capacità di spesa delle famiglie americane, che sono i maggiori consumatori al mondo. E meno spese vuol dire minori commesse alle imprese di tutto il mondo che producono i loro beni, comprese quelle italiane. Le quali dovranno scegliere se aumentare i prezzi, limitando le vendite, oppure contenerli".

Dagli snack alle moto: i prodotti Usa a rischio rincari in Italia

 I prodotti americani di medio o largo consumo che arrivano in Italia sono sempre meno, ma ben radicati. Gli snack dolci ne sono un esempio: secondo il Codacons, coi dazi attuali il loro prezzo potrebbe salire di 45 centesimi a barretta. Altri beni decisamente meno accessibili a tutti, come le moto Harley Davidson, potrebbero costare quasi 5mila euro in più rispetto a ora. Per contro, i viaggi e le vacanze verso gli Stati Uniti dovrebbero costare meno.

Le possibili esenzioni, cosa resta ancora da decidere

 Dicevamo che le trattative non sono finite. Anzi, ora entreranno nel vivo, esattamente come desiderava Trump. C'è una lunga lista di settori e categorie di prodotti da discutere singolarmente. A partire dai beni agroalimentari, soprattutto quelli americani che saranno esentati dalle tariffe doganali europee. Con l'esclusione di quelli che vengono definiti "prodotti sensibili" europei (carne di manzo e pollame, riso, etanolo, zucchero), per i quali verrà mantenuta la situazione mercantile attuale che li protegge sul mercato interno. Secondo fonti di Bruxelles, nell'agroalimentare i prodotti a stelle e strisce su cui si sta ancora discutendo eventuali dazi zero - "o molti bassi" e su quote predefinite - sono "pochi" e comunque senza aggirare gli standard di sicurezza Ue. Vi compaiono alcuni prodotti ittici, pesce crudo, trasformati, frutta a guscio, aragoste, formaggi, alcuni latticini, semi e olio soia e mangimi per animali domestici. Insomma pochi ma non pochissimi. Il nodo, alla fine, è sempre lo stesso: capire quanto i consumatori pagheranno di più i beni importati in Europa, cioè quanto gli importatori scaricheranno sulle famiglie i maggiori costi dei prodotti.

Italia e dazi, le 10 province che esportano di più negli Usa

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L'impatto dei dazi di Trump sul lavoro in Italia

 Il meccanismo è chiaro e potrebbe abbattersi anche sul tasso di occupazione, già basso nel nostro Paese. Fermo restando che la trattativa commerciale tra Usa e Ue è ancora aperta, soprattutto per quanto riguarda i potenziali accordi tra ogni singolo Stato e Washington. Secondo un'indagine del Censis, realizzata prima dell'intesa euroamericana, la decisione statunitense di imporre dazi del 10% (dunque inferiori a quelli attuali) avrebbe messo a serio rischio oltre 68mila posti di lavoro.

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