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Dazi, Merz "insoddisfatto": "Dall'accordo danni alla nostra economia" | Orsini (Confindustria): "Tariffe doganali? Tutto ciò che è oltre lo zero è un problema"

Anche Parigi boccia l'accordo siglato da Ursula von der Leyen. Il premier francese Bayrou parla di "un giorno buio" per l'Europa che si è "sottomessa" a Trump

29 Lug 2025 - 07:40
 © Tgcom24

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Dopo l'accordo sui dazi raggiunto da Trump e von der Leyen, fonti Ue chiariscono che "durante i negoziati, sia a livello tecnico che politico, abbiamo difeso con determinazione l'autonomia dell'Ue in materia normativa". Non è stato quindi preso nessun impegno con Washington in materia di Big Tech e Web Tax, puntualizzano le stesse fonti, che precisano: "Abbiamo tutelato con fermezza il nostro diritto a regolamentare". E gli Stati Uniti ribadiscono: dall'Ue nessuna tassa sulle reti digitali. Il cancelliere tedesco Merz si è detto "insoddisfatto": "Dall'intesa danni alla nostra economia". Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini: "Per noi tutto quello che è oltre allo zero è un problema. Oggi l'impatto del 15% dei dazi vuol dire per le imprese italiane 22,6 miliardi di probabile vendita verso gli Usa". E spiega: "Stiamo sottovalutando una cosa: non è solo l'impatto dei dazi, è anche la svalutazione dollaro-euro, che per noi vuol dire oggi incrementare il dazio di un 13%, che altri Paesi extraeuropei hanno una media del 2%. Difficilmente recuperabile"

Trump e von der Leyen trovano l'accordo sui dazi

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"Per noi tutto quello che è oltre allo zero è un problema. Oggi l'impatto del 15% dei dazi vuol dire per le imprese italiane 22,6 miliardi di probabile vendita verso gli Usa. Ma noi stiamo sottovalutando una cosa: non è solo l'impatto dei dazi, è anche la svalutazione dollaro-euro, che per noi vuol dire oggi incrementare il dazio di un 13%, che altri Paesi extraeuropei hanno una media del 2%. Difficilmente recuperabile". Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini.


"Gli Stati Uniti e l'Unione europea intendono affrontare le barriere ingiustificate al commercio digitale. A tal proposito, l'Ue conferma che non adotterà né manterrà tariffe per l'uso delle reti. Inoltre, gli Stati Uniti e l'Unione europea manterranno dazi doganali pari a zero sulle trasmissioni elettroniche". È uno dei passaggi della scheda informativa diffusa dalla Casa Bianca sull'accordo commerciale raggiunto ieri tra Usa e Ue.


"L'Ue investirà 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti durante il mandato del Presidente Trump. Questo investimento si aggiunge agli oltre 100 miliardi di dollari l'anno che le aziende dell'Ue già investono in Usa. L'Ue raddoppierà la sua dipendenza dagli Stati Uniti come superpotenza energetica acquistando 750 miliardi di dollari di esportazioni energetiche entro il 2028. Ciò rafforzerà il dominio energetico Usa, ridurrà la dipendenza europea da fonti avversarie e ridurrà il deficit commerciale con l'Ue". E' uno dei passaggi della scheda informative diffusa dalla Casa Bianca sull'accordo commerciale raggiunto ieri tra Usa e Ue.


"L'Unione Europea pagherà agli Stati Uniti un'aliquota tariffaria del 15%, anche su auto e componenti auto, prodotti farmaceutici e semiconduttori. Tuttavia, i dazi settoriali su acciaio, alluminio e rame rimarranno invariati: l'Ue continuerà a pagare il 50% e le parti discuteranno sulla sicurezza delle catene di approvvigionamento per questi prodotti". E' uno dei passaggi della scheda informativa diffusa dalla Casa Bianca sull'accordo commerciale raggiunto tra Usa e Ue. 


"Non sono soddisfatto di questo risultato, ma penso che non fosse possibile ottenere di più tenendo presente la posizione di partenza che avevamo con gli Stati Uniti d'America. Sappiamo che l'economia tedesca subirà un danno considerevole a causa di queste tariffe", ha detto il cancelliere tedesco Friedrich Merz incontrando la stampa al termine della riunione del Consiglio di sicurezza. 


Il presidente Usa Donald Trump è tornato ad attaccare l'energia eolica: "Il vento è un disastro", ha detto Trump nel corso della conferenza stampa col premier britannico Keir Starmer seguita al loro incontro bilaterale in Scozia. "Il vento - ha sostenuto il presidente Usa - è la forma di energia più costosa e distrugge la bellezza delle vostre pianure, dei vostri campi e dei vostri corsi d'acqua. Guardate là fuori, non ci sono mulini a vento (così Trump chiama le pale eoliche, Ndr), ma se guardate in un'altra direzione ne vedrete e quando andremo ad Aberdeen vedrete alcuni dei mulini a vento più brutti che abbiate mai visto. Sono alti quanto un palazzo di 50 piani. E si può estrarre 1.000 volte più energia da un buco nel terreno così grande: si chiama petrolio e gas".


Prima del secondo mandato di Trump gli Usa riscuotevano circa 7-8 miliardi di dollari di dazi sui prodotti europei ma con l'introduzione del 15% l'importo sarebbe decuplicato a circa 80 miliardi di dollari. Lo comunica un funzionario della Commissione europea nel corso di un briefing tecnico con i giornalisti. "Tuttavia, quella cifra è pagata dagli importatori americani. Nel presentare questi importi - sottolinea - è sempre molto importante insistere sul fatto che non stiamo pagando alcun dazio. Non stiamo pagando nulla agli Stati Uniti, sono gli importatori a farlo. Potrebbero essere i consumatori statunitensi, ovviamente, a dover pagare dazi più elevati sull'importazione di merci europee". Il funzionario aggiunge che "abbiamo discusso di queste cifre, il valore totale di ciò che raccoglieranno sarà di circa, in calcoli difficili, 80 miliardi e dipenderà molto da questi fattori dinamici, da come cambierà il commercio, da come alcuni scambi potrebbero non aver luogo più in alcuni settori, o da come gli scambi potrebbero spostarsi in altri settori".


I colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina sono iniziati a Stoccolma, in Svezia, secondo quanto riportato dai media statali cinesi. Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Scott Bessent è a capo della delegazione americana, mentre il vice premier cinese He Lifeng guida la delegazione cinese. Le due parti avevano già concordato una tregua nella guerra commerciale e questa volta dovrebbero lavorare per raggiungere un accordo più duraturo che possa risolvere lo squilibrio commerciale e forse preparare un vertice tra i due presidenti. 


"Un p"Penso che" la Federal Reserve "debba tagliare" il costo del denaro. Lo ha detto il presidente Usa Donald Trump rispondendo alle domande nella conferenza stampa col premier britannico Keir Starmer seguita al loro incontro bilaterale in Scozia. "Voi (nel Regno Unito) avete avuto 11 tagli, in Europa hanno avuto 11" tagli dei tassi, "in altri posti 10 o 11. E noi non ne abbiamo avuto nessuno, ma non dirò nulla di negativo - ha sottolineato Trump riferendosi implicitamente alle sue recenti dichiarazioni contro il presidente della Fed Jerome Powell -. Sapete, stiamo andando così bene anche senza il taglio dei tassi", ma "con il taglio dei tassi andrebbe meglio, inciderebbe un po' sul nostro mercato immobiliare. Dovremmo essere tre punti in meno, ogni punto equivale a 360 miliardi di dollari, riuscite a immaginarlo? Sono numeri enormi. Un punto di taglio equivale a 360 miliardi di dollari di risparmi. È una cosa importante, sono numeri enormi".


La Confederazione europea dei sindacati (Ces) avverte, in una nota, che la Commissione Europea deve introdurre misure per salvaguardare posti di lavoro e redditi a seguito dell'accordo commerciale con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. "L'accordo raggiunto con gli Usa sul 15% è migliore del minacciato 30%, ma rappresenta comunque un onere notevole per i settori chiave. Il risultato sarà probabilmente una significativa perdita di posti di lavoro e un rallentamento delle assunzioni nel settore manifatturiero e in quelli dipendenti dall'export", viene sottolineato. 


"Nel corso dei negoziati, sia a livello tecnico che politico, abbiamo difeso con determinazione l'autonomia dell'Ue in materia normativa. Non è stato preso alcun impegno sulla regolamentazione del digitale, né sulla tassazione dei servizi digitali, che" peraltro "non rientra nelle competenze Ue". Lo spiegano fonti Ue facendo il punto sulle trattative che hanno condotto all'intesa commerciale con Washington. "Abbiamo tutelato con fermezza il nostro diritto a regolamentare, e questo è stato uno degli obiettivi centrali del negoziato", evidenziano confermando che il Digital services act e il Digital markets act restano capisaldi. 

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