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Cappelli, che passione!

Lʼaccessorio dellʼanno domina le vetrine delle nostre città

Casablanca, Humphrey Bogart, Ingrid Bergman
dal-web

Care amiche e cari amici appassionati di moda, sono sicura che in questi giorni girando e rigirando per le vie delle vostre città, paesi e isole non vi sarà sfuggito l'accessorio della stagione. Una proposta unica nel suo genere, proprio per la sua particolarità, funzionalità e diversità ma non originalità. Sto parlando del cappello. Un accessorio che io trovo magnifico perché, se abbinato bene alla propria mise, può essere quel tocco in più che rende uomini e donne eleganti, affascinanti e misteriosi.

Immagino che adesso sarete un po' confusi e vi starete chiedendo perché ho detto che il cappello non è originale, ma ci rende misteriosi, affascinanti, eleganti...? Domande che ci spingono indietro nel tempo. A questo punto un po' di storia della moda e di curiosità sono d'obbligo. E allora soffermiamoci sul fatto di poter risultare misteriosi, affascinanti, eleganti e, volendo anche molto seducenti, se usiamo il cappello. Il motivo è da ricercare soprattutto nello spettacolare mondo del cinema – in particolar modo mi riferisco alle pellicole americane degli anni Quaranta e Cinquanta; pensate ad Humphrey Bogart e Ingrid Bergman nella scena finale di Casablanca (film del 1942 diretto da Michael Curtiz). I due attori indossano entrambi il cappello, si guardano, parlano, si toccano. L'atmosfera è tesa e anche il cappello contribuisce a creare quella sorta di suspance che accompagna tutta la scena. Tutto questo ha creato dei cliché. Pertanto capita, a tutti noi, quando indossiamo alcuni modelli di cappelli, ma anche di abiti, di calarci nel personaggio.

Ma perché il cappello non è originale? Dovete sapere che il cappello è più vecchio di Tutankhamon. "Nell'antico Egitto il faraone ricopriva la parrucca con un berretto rosso o una tiara bianca, invece in Mesopotamia erano diffusi turbanti o berretti di pelliccia, così come nell'antica Palestina i sacerdoti ebrei indossavano un cappello conico bianco. Nel Medioevo gli uomini indossavano un grande cappuccio che ricadeva sulle spalle, sostituito dal Trecento da un berretto caratterizzato da un codino che poteva cadere a destra o a sinistra a seconda della posizione politica e sociale. Proprio il Trecento diede le origini al cappello moderno e il Rinascimento elevò questa usanza grazie alla sontuosità dei materiali e delle forme".

Ma dobbiamo ringraziare le parrucche se la storia della moda ci ha regalato cappelli dalle stratosferiche dimensioni. Per fortuna la sobrietà e la semplicità nei cappelli degli uomini si recuperò nell'Ottocento, anche se per le donne accadde l'esatto contrario: parola d'ordine stravaganza ed eccesso. Ed infine, nel Novecento nacquero le bombette, le pagliette e il floscio che ebbero una grande popolarità per tutto il secolo. Ancora oggi in Italia l'industria della lavorazione del cappello vanta una grande tradizione. Citerò soltanto la Borsalino, azienda di Alessandria produttrice di cappelli esportati in tutto il mondo.

E dopo questo spaccato storico, vi ricordo che quest'anno andranno molto di moda i cappelli di feltro proprio stile Ingrid Bergman e Humphrey Bogart in Casablanca, ma anche molto più grandi, per capirci con la parte circolare esterna molto ampia (per gli uomini la 'visiera' rimane come sempre). La scelta è molto ampia e anche i colori. L'importante è provarli con attenzione e occhio critico perché il cappello deve incorniciare il viso: quindi, deve essere perfetto al punto giusto. Vi consiglio di spenderci qualche soldino in più se li amate particolarmente, perché un cappello è per sempre (come avrete capito cavalca da secoli l'onda della moda) come un diamante, con l'unica differenza che nell'indossarlo non dovrai dire: "si lo voglio".