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Samuele Rocca: "Non abbiate paura di sbagliare perché è il fallimento che fa progredire ricerca e tecnologia"

Il CEO di Domethics racconta a Tgcom24 le soluzioni sviluppate nell'ambito dell'Internet of Things per rendere la vita delle persone più semplice e “green”

Domethics, nata a Torino, vincitrice del “Innovation Awards 2022” al CES di Las Vegas, è un'azienda specializzata nella progettazione e sviluppo di prodotti e servizi nell’ambito dell’Internet of Things.

La sua produzione si concentra principalmente su smart-home, telemedicina, energy efficiency e benessere generale. Il CEO Samuele Rocca racconta a Tgcom24 le soluzioni sviluppate rendano la vita delle persone più semplice e “green”.



Come nasce Domethics?
Domethics è attiva dal 2018, prima come startup innovativa, oggi come PMI innovativa. Già nel nome racconta quale vuole essere la sua mission. Domethics è la crasi tra le parole inglesi: “domotica” e “etica”. È un’azienda che sviluppa soluzioni IoT per rendere la vita quotidiana delle persone più semplice e “green”.

Quali sono i vostri punti di forza?
Un nostro punto di forza è legato al modo col quale cerchiamo di osservare il mondo. Ci sforziamo di mettere sempre al centro gli utenti finali. Sarà perché ho studiato filosofia e non ingegneria, ma una delle cose che dico ai nostri ingegneri quando mi presentano un lavoro è: “Bene, molto bene. Ora ridisegnalo pensando che dovrà usarlo mia zia”. Ho grande stima di mia zia. Sia chiaro!
Un altro punto di forza è che, quando pensiamo a un prodotto ci chiediamo sempre se potrà essere utile a dare un piccolo contributo alla qualità della vita delle persone e se può contribuire a migliorare un po’ l’ambiente. Se sì, come farlo adottando la filosofia di Mies Van der Rohe: “Less is more”.

Innovazione e sostenibilità sono quindi due punti cardine della vostra azienda...
Silvio Berlusconi una volta disse: “L'innovatore è uno che fa le cose in modo diverso da quello in cui si sono sempre fatte”. Io aggiungo che questo non sempre è un bene. Però l’innovazione è un elemento fondamentale dell’evoluzione umana. Senza innovazione tecnologica vivremmo ancora nelle caverne. Pensiamo a quel capolavoro che è 2001 Odissea nello Spazio. È tutto lì nella prima scena. All’inizio le scimmie vivono in piccoli gruppi. Cacciano, dormono, mangiano… Quando cambia tutto? Quando una di esse scopre che può utilizzare un grosso osso per rompere le noci, per uccidere le prede e per dominare gli altri gruppi. Poi la scena si conclude con la scimmia che lancia l’osso in aria e diventa un’astronave. In quel lancio c’è tutta la storia dell’innovazione tecnologica. Questo concetto lo descrive molto bene il filosofo francese Jacques Derrida. Quindi sì, l’innovazione e la sostenibilità sono il faro di Domethics.

Uno dei vostri prodotti più importanti è Adriano che ha ricevuto il premio “Innovation Awards” al CES 2022. Di cosa si tratta?
Siamo stati onorati di ricevere un premio così prestigioso. Molti lo considerano l’Oscar della tecnologia. Credo sia piaciuta l’idea che ha una forse aderenza al tema della sostenibilità. Adriano (si chiama così, in onore di Adriano Olivetti, un vero innovatore del secolo scorso) è un dispositivo che trasforma smartphone e tablet potenziandoli. In sostanza diamo i superpoteri ai telefoni, trasformandoli in gateway per la smart-home e in sistemi per la video-sorveglianza. Consideri che solo in Europa ci sono oltre 700 milioni di cellulari inutilizzati nei nostri cassetti. Detta così può non dare l’idea dell’enorme spreco e della quantità di rifiuti elettronici che potremmo salvare; quindi, gliela racconto in un altro modo. Toglietevi la curiosità, andate su Google Maps e inserite Milano come partenza e Nuova Delhi in India come arrivo. Guardate quanti chilometri ci sono. Ora immaginate di impilare di taglio i 700 milioni di telefoni nei nostri cassetti, partendo da Milano. L’ultimo lo aggiungereste a Nuova Delhi. Pensate che enorme spreco e quanto inquinamento. Ecco, se venissero invece riutilizzati con Adriano, risparmieremmo oltre 30 milioni di tonnellate di CO2 in atmosfera, permettendoci di avere una casa domotica e smart.

Domethics non è però solo smart-home ma anche salute...
Domethics oltre ad Adriano ha sviluppato una piattaforma, un’app che si chiama S1MPL0. S1MPL0 consente di gestire più dispositivi che normalmente non dialogano tra loro come per esempio i nostri smartwatch, in grado di rilevare vari parametri vitali come l’ossigenazione, la temperatura corporea, il battito cardiaco, la pressione, la qualità del sonno e addirittura la possibilità di fare un ECG. Un modo per tenere quotidianamente sotto controllo il nostro stato di salute. La cosa innovativa però non è tanto la rilevazione dei parametri ma la possibilità, tramite l’app, di comunicare in tempo reale con una centrale medica, messa a disposizione dai nostri partner. Oltre ai medici on line, tramite S1MPL0 è possibile, sempre attraverso la nostra rete di partner, avere consulti psicologici in tempo reale, care-giver e assistenti e tanti altri servizi. Insomma, abbiamo progettato un vero e proprio ecosistema per rispondere alle esigenze di gestione della casa e del proprio benessere.

Vuole anticiparci alcuni progetti futuri?
Le ho appena raccontato di come le nostre soluzioni cercano di pensare alla gestione intelligente della casa, degli uffici o di negozi e del benessere nostro e dei nostri cari. Sempre di più, tra le cose a noi care ci sono anche i nostri amici a quattro zampe. Per questa ragione stiamo progettando un tappetino smart, una sorta di cuccia, in grado di rilevare i parametri vitali dei nostri animali domestici. Quante volte, guardando il nostro cucciolo pensiamo: “Gli manca solo la parola”. Ecco, purtroppo gli animali non parlano e spesso ci rendiamo conto troppo tardi quando stanno male. Con Carepet (così si chiamerà il prodotto che presenteremo al CES nel 2024) vogliamo provare a dare loro voce. Non tutti sanno che diversi cani soffrono di problemi cardiaci o di problemi articolari. Purtroppo, ce ne rendiamo conto quando è troppo tardi. Con Carepet pensiamo di risolvere parzialmente questi problemi, perché avremo sull’app i loro parametri vitali ed eventuali anomalie anche legate alle loro abitudini. Inoltre, integreremo - come abbiamo fatto per i medici - un servizio di veterinari on-line.

Quali sono le sue passioni fuori dal lavoro?
Le cose di sempre. Suonare il pianoforte, soprattutto adesso che posso farlo anche coi miei figli, le belle cene tra amici a discutere, leggere libri e ascoltare buona musica. Ultimamente mi sono molto appassionato alla fisica. Non riesco a staccare. Leggo un libro dietro l’altro. Beh, salto le formule perché faccio fatica, ma la trovo enormemente affascinante. Infine la mia piccola serra sul terrazzo. In futuro vorrei avere un grande impianto verticale aeroponico per coltivare le piante.


Quale consiglio darebbe a chi è intenzionato a intraprendere il suo stesso percorso?
Non potrei non ricordargli la famosa frase di Churchill: “Il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta”. È vero che il successo non è mai definitivo ma bisogna maneggiarlo con cura e umiltà, come è vero che il fallimento è, paradossalmente, la via più veloce per il successo. In Italia purtroppo questa cosa è vista come uno stigma. C’è un importantissimo fondo americano, Bessemer, che sul suo sito ha una pagina nella quale cita tutti i loro fallimenti, proprio a dimostrare che nessuno è perfetto. Su quella pagina raccontano quando dovevano investire in Apple e non ci hanno creduto, o in Facebook, pensando che non avrebbe avuto successo, in Google, Tesla, Paypal… Se ci pensiamo con attenzione, il fallimento è il mestiere principale di chi fa ricerca scientifica. Carriere costellate da fallimenti e solo poi i più caparbi, coraggiosi e determinati riescono a fare qualche scoperta significativa.
Infine, il coraggio di continuare. Quindi, per concludere, consiglierei di pianificare molto bene l’idea che si vuole realizzare, metterla al vaglio di amici e conoscenti, per saggiarne l’effettivo interesse, progettare nei dettagli, prima di mettere anche solo il primo mattoncino, il processo che si intende realizzare e avere il coraggio e la lucidità per poter “pivottare” velocemente in caso di insuccesso, imparando dagli errori commessi.

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