Il Consiglio dei Ministri ha approvato il nuovo bonus mamme da 480 euro per lavoratrici autonome e a termine. Ma non è l'unica misura: dalla "Carta nuovi nati" all'assegno unico fino ai congedi parentali, ecco tutti gli aiuti statali per le famiglie
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Il nuovo bonus mamme da 480 euroIl bonus mamme tradizionaleLa Carta per i nuovi natiL'assegno unico universaleIl bonus asilo nido potenziatoCongedi parentali più vantaggiosiFringe benefit aumentati per chi ha figliAltri sostegni alle famiglieCome muoversi per ottenere i bonus
Svolta per le mamme lavoratrici italiane: il Consiglio dei Ministri del 20 giugno ha approvato il nuovo bonus mamme da 480 euro che sarà erogato in un'unica soluzione a dicembre 2025. La misura, che estende finalmente il sostegno alle lavoratrici autonome e a tempo determinato, si aggiunge a un ricco pacchetto di aiuti statali pensati per sostenere le famiglie dal momento della gravidanza fino ai ventuno anni dei figli. Ecco la guida con tutti i contributi che si possono ricevere, i requisiti e le condizioni di erogazione.
La principale novità del 2025 è il cambiamento del bonus mamme: dall'esonero contributivo parziale diventa un bonus diretto erogato dall'Inps. Il decreto Omnibus approvato dal Consiglio dei Ministri ha stanziato ulteriori 180 milioni, portando la dote complessiva del bonus a 480 milioni.
Il nuovo bonus spetta alle lavoratrici madri di due figli (con esclusione dei rapporti di lavoro domestico), fino al mese del compimento del decimo anno del secondo figlio. La cifra riconosciuta è pari a 40 euro mensili per ogni mensilità occupata in attività lavorativa, ma viene corrisposta a dicembre su base annua in un'unica tranche alla madre titolare di reddito da lavoro non superiore a 40mila euro. Possono richiederlo:
Le mensilità spettanti decorrono dal primo gennaio 2025 fino alla mensilità di novembre, e sono corrisposte a dicembre, in unica soluzione. Tuttavia, si è ancora in attesa del decreto attuativo del Ministero del Lavoro per rendere operativa la misura e permettere la presentazione delle domande all'Inps.
Per le lavoratrici dipendenti a tempo indeterminato resta attivo l'esonero contributivo già in vigore. Alle lavoratrici con contratto dipendente a tempo indeterminato madri di tre o più figli, la legge di Bilancio 2024 aveva previsto un esonero totale dei contributi previdenziali fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo, valido dal primo gennaio 2024 al 31 dicembre 2026.
Per le lavoratrici che hanno usufruito dell'agevolazione introdotta dalla Manovra 2024 non cambia nulla: continueranno a ricevere per il 2025 e per il 2026 un esonero contributivo pari al 100% della retribuzione (9,19%), fino a un massimo di 3mila euro lordi annui.
La carta per i nuovi nati è una novità attiva da aprile 2025: prevede un bonus una tantum di mille euro per famiglie con figli nati, adottati o in affido dal primo gennaio 2025, con Isee inferiore ai 40mila euro.
Il contributo va richiesto entro sessanta giorni dalla nascita e viene erogato tramite una carta prepagata nominativa utilizzabile per acquisti specifici per l'infanzia. Le domande si presentano direttamente all'Inps attraverso il portale online.
L'assegno unico universale (Auu) resta la misura principale di sostegno alle famiglie. Per il 2025, l'importo è calcolato in base al valore dell'Isee del nucleo familiare: Isee inferiore a 17.090,61 euro garantisce l'importo massimo, pari a 199,40 euro per ogni figlio minore. Isee superiore a 45.574,96 euro o assenza di Isee comporta l'importo minimo garantito, pari a 57 euro per ogni figlio.
Nel 2025 sono previsti aumenti specifici: le famiglie con almeno tre figli e Isee fino a 45.939,56 euro avranno un aumento del 50% per i figli tra uno e tre anni. Le famiglie con almeno quattro figli avranno un aumento fisso di 150 euro al mese.
Una novità importante è che nella finanziaria del 2025 troviamo la conferma dell'Auu con una novità: il beneficio non impatterà più sul calcolo dell'Isee, evitando che l'assegno ricevuto riduca l'accesso ad altre prestazioni.
Il bonus asilo nido per il 2025 ha subito importanti modifiche grazie alla Legge di Bilancio. Il contributo supporta le spese per la frequenza di asili nido pubblici e privati autorizzati e per forme di assistenza a domicilio per bambini con gravi patologie croniche che non possono frequentare l'asilo.
Requisiti principali:
Importi 2025:
Le principali novità 2025:
Una delle novità più importanti del 2025 riguarda l'estensione del congedo parentale indennizzato all'80% della retribuzione. Per i genitori lavoratori dipendenti, il congedo parentale pagato all'80% passa da due a tre mesi.
Come funziona nel 2025:
Chi ne beneficia:
Per il triennio 2025-2027 le soglie di defiscalizzazione relativa ai fringe benefit sono: fino a mille euro per tutti i lavoratori dipendenti e fino a 2mila euro per chi ha figli a carico.
Rientrano nella soglia di esenzione anche "le spese per l'affitto della prima casa ovvero per gli interessi sul mutuo relativo alla prima casa". L'agevolazione spetta in misura intera a ciascun genitore anche in presenza di un unico figlio, purché il figlio sia fiscalmente "eleggibile" come a carico.
Nell'elenco degli aiuti ai nuclei familiari bisogna annoverare anche altre misure:
Per il nuovo bonus mamme da 480 euro, al momento non è ancora possibile presentare domanda perché si è in attesa del decreto attuativo del Ministero del Lavoro, di concerto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze. Solo dopo l'adozione di questo decreto, l'Inps potrà fornire le indicazioni per la disciplina e la gestione del bonus e aprire le procedure per la presentazione delle domande. Una volta operativo, presumibilmente le domande si presenteranno attraverso il portale Inps con Spid, Cie o Cns, seguendo modalità simili a quelle degli altri bonus.
Per tutte le altre misure, la maggior parte delle domande si presenta attraverso il portale Inps con Spid, Cie o Cns. È importante tenere sempre aggiornato l'Isee 2025 per accedere agli importi corretti di ciascuna misura. Per informazioni specifiche e assistenza nella compilazione delle domande, ci si può rivolgere ai Caf o ai patronati.