Gli anni per la pensione: come cambiano nei Paesi Ue
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Ogni Paese adotta i suoi parametri, ma negli ultimi anni, la tendenza comune è stata quella di innalzare l’età di uscita dal lavoro per far fronte all’allungamento della vita media
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In Europa l’età in cui andare in pensione non è uguale per tutti: ogni Paese adotta regole diverse, influenzate da fattori economici, demografici e sociali. Negli ultimi anni la tendenza comune è stata quella di innalzare l’età di uscita dal lavoro (da ultimo la Danimarca con i 70 anni), per far fronte all’allungamento della vita media e al crescente peso della spesa pensionistica sui bilanci pubblici. Sfide comune a tutti i Paesi che si trovano anche a dover far fronte al calo dei lavoratori "attivi". Ecco le soglie più comuni:
Europa occidentale - La maggior parte dei Paesi fissa l’età pensionabile intorno ai 65 anni. Germania, Francia, Spagna e Regno Unito (prima della Brexit) prevedono un’età di pensionamento tra i 65 e i 67 anni, con progressivi innalzamenti pianificati nei prossimi anni.
Europa settentrionale - Paesi come Svezia, Danimarca (fino a prima della nuova legge) e Norvegia (non Ue ma spesso inclusa nei confronti europei) puntano su sistemi flessibili, con età pensionabile che può arrivare fino a 67-68 anni, a seconda dell’aspettativa di vita e dei contributi versati.
Europa orientale - Qui l’età pensionabile è generalmente più bassa rispetto all’Europa occidentale, ma negli ultimi anni molti Paesi hanno avviato riforme per riallinearsi. Ad esempio, in Polonia e Romania l’età pensionabile è tra i 60 e i 65 anni, ma tende a salire.
Italia e Grecia hanno pensioni con età intorno ai 66-67 anni, anche qui con piani per un graduale innalzamento legato all’aspettativa di vita.
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Flessibilità e categorie protette - Diversi Paesi prevedono uscite anticipate per categorie specifiche (lavori usuranti, disoccupati di lungo periodo, invalidi), e la possibilità di pensioni anticipate con penalizzazioni. Anche perché sa da un lato aumenta la pressione per alzare l’età pensionabile, dall'altro si rischia di penalizzare i lavori più pesanti o chi ha condizioni di salute difficili.
Calo demografico - Un alltro aspetto da considerare è la sostenibilità finanziaria. Ci sono sempre meno lavoratori attivi per ogni pensionato, e per questo i sistemi pensionistici devono trovare un equilibrio tra spesa pubblica e equità sociale.
Le soglie dei singoli Paesi - Germania 65-67, innalzamento graduale a 67 entro il 2029; Francia 62-64, pensione base a 62, aumento previsto, dibattito acceso; Spagna 65-67, innalzamento a 67 previsto entro il 2027; Italia 67 (con 20 anni di contributi) legata all’aspettativa di vita, flessibilità limitata; Svezia 62-68, sistema flessibile, legato ai contributi e aspettativa; Norvegia 67, sistema contributivo, uscita flessibile; Polonia 60-65, riforme in corso per innalzare l’età; Romania 62-65, graduale aumento, con uscite anticipate; Grecia 62-67, riforme recenti dopo crisi, innalzamento dell’età; Paesi Bassi 66-67, collegata all’aspettativa di vita; Belgio 65-66, innalzamento graduale; Austria 65-67, riforma pensioni in corso Portogallo 66-67, incremento graduale, possibile flessibilità. E infine Regno Unito (anche se ha lasciato l'Ue nel 2020): 66-68, pensione statale, aumento previsto fino a 68.