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Fenomeno rap in classifica: la sconfitta del pop

Moreno, Gué Pequeno, Fedez, Emis Killa e tanti altri sono diventati ormai imbattibili

Ansa

Chi l'avrebbe mai detto che la classifica sarebbe stata dominata dai rapper? Eppure è accaduto. In Italia il rap è completamente sdoganato e stando anche all'ultima hit parade, non ci sono dubbi: Moreno è al primo posto e ha conquistato il platino per "Stecca", Fedez è quarto e anche lui platino per "Sig. Brainwash - L'arte di accontentare" infine Gué Pequeno è disco d'oro per "Bravo ragazzo". Il rap ha scalzato il pop italiano.

Il fenomeno del rap nel nostro Paese, in realtà, ha origini ben più radicate e solide di quello che all'apparenza può sembrare. In questi ultimi anni Fabri Fibra - che ha pubblicato "Guerra e pace" a gennaio - è entrato a gamba tesa nella classifica degli album e attorno a lui si è focalizzata subito l'attenzione dei media, anche e soprattutto per il "pensiero Fibra" così schietto e sincero. Ma nell'underground c'è chi continuava a lavorare, rappare e portare avanti una vera e propria filosofia del linguaggio. Sono arrivate anche trasmissioni come "Mtv Spit" e "Amici" che hanno definitivamente spalancato le porte al pubblico "generalista" televisivo che ha subito mostrato interesse e amore verso il rap. E' il caso di Moreno che con il suo "rap morbido" attraversa trasversalmente il pubblico dai ragazzini ai genitori. "Dico poche parolacce ma racconto quello che vedo. - dice a Tgcom24 il giovane rapper - Non sono incaz... col mondo e non voglio dipingere il futuro più nero di quello che è. Ho una visione ottimista della vita". E il pubblico ha recepito il messaggio premiando l'album "Stecca". Vito "Shade" Ventura è il rapper che ha vinto "Mtv Spit", ama il cinema e con il premio di 5mila euro in gettoni d'oro farà un regalo alla mamma. Lo scorso anno è stato un periodo d'oro per Emis Killa che con "L'erba cattiva" ha conquistato il disco di platino e si è assicurato un posto nell'olimpo del rap italiano. In questo momento sta lavorando al prossimo disco e ha lanciato una campagna virale denominato con l'hashtag su Twitter #vampiri per accrescere l'attesa nei fan.

Fedez è pieno di tatuaggi ed ha un rapporto quasi morboso con Instagram. Provate a dare un'occhiata nel suo profilo: c'è tutta la sua vita giorno per giorno. Fedez con la semplicità e freschezza del disco "Sig. Brainwash - L'arte di accontentare" è diventato l'idolo delle teenager in un colpo solo e ammette: "La botta di popolarità è arrivata dopo l'ospitata ad Amici". "Bravo ragazzo" - proprio come il titolo del suo nuovo disco - e soprattutto ottimo manager, Gué Pequeno si è allontanato momentaneamente dai Club Dogo per proporre un album ricco di musica e curato nei minimi dettagli. La mossa per ora è vincente, tanto che l'album è certificato disco d'oro. Viene dalla Napoli più profonda e conosce molto bene i quartieri balzati alle cronache come Scampia, Clementino - pupillo di Fabri Fibra - con "Mea Culpa" rappa in napoletano e racconta anche la Camorra. Poi ci sono le realtà "underground" che, invece, hanno conosciuto l'ebbrezza della classifica, grazie al lavoro sia dell'etichetta Tanta Roba Label che alla distribuzione indipendente Artist First. E' il caso di Salmo ("Midnite"), Ensi ("Era tutto un sogno") e Gemitaiz ("L'unico compromesso"). Sono i puristi del rap e amatissimi dai ragazzini che accorrono in massa ai loro concerti. Infine da segnalare, l'ultimo in ordine di arrivo, il rapper lanciato dalla major Sony: Rocco Hunt, salernitano, che a soli 18 anni ha pubblicato "Poeta urbano" ed è già famoso in Rete. Poi c'è chi ha tentato il percorso inverso, ossia dal rap verso al pop, senza rinnegare le esperienze precedenti, e sono Nesli ("Nesliving Vol. 3") che ormai si sta affermando anche come autore e Coez che ha appena pubblicato "Non erano fiori", ottimamente prodotto da Riccardo Sinigallia.

Cosa accadrà nelle prossime settimane e nei prossimi anni? Difficile fare una previsione. Di certo l'Italia ha una nuova realtà con cui fare i conti e che rappresenta un buon introito in termini economici, in un momento di crisi come questo che ha intaccato duramente le major. Ci saranno periodi di gloria e altri di flessione (anche in America succede) ma i rapper possono contare sulla "fidelizzazione" delle migliaia di fan che ai concerti assicurano spesso il sold out ad ogni tappa del tour.